Nella lunga intervista rilasciata al direttore del Tg1 Gian Marco Chiocci, Volodymyr Zelensky ha ripercorso tutti i momenti della guerra in Ucraina.
Il presidente ucraino ha dichiarato che non mollerà mai e che non si è allontanato dall’obiettivo di difendere il suo Paese dall’invasore russo, che ha definito “terrorista”. Ma ha anche affermato di sperare nell’appoggio dell’Europa e degli Usa, anche dopo le elezioni e anche se dovesse vincere Donald Trump.
Noi di notizie.com abbiamo ripercorso i momenti clou dell’intervista con Claudio Bertolotti, ricercatore dell’Ispi.
Dottore, quali riflessioni hanno suscitato in lei le parole di Volodymyr Zelensky?
“Zelensky sta preparando una mossa politica utile certamente a rafforzare la sua figura, ma meno utile ai fini della condotta della guerra. Quando parla di riorganizzazione dei vertici dello Stato, il riferimento potrebbe essere al Capo di stato maggiore della difesa ucraina Valerij Zalužnyj , sul quale si chiacchiera ormai da diverso tempo. Lo penso perché per Zelensky è necessario un cambio di rotta in termini di comunicazione strategica”.
Cosa intende dire?
“L’opinione pubblica si è assuefatta al suo personaggio e sono necessarie scelte politiche. Quella più importante parte dalla revisione delle catene gerarchiche delle forze armate, partendo proprio dal vertice. Questo è ovvio, potrebbe avere ripercussioni non certamente positive per le forze armate, e forse anche per l’opinione pubblica. Zelensky potrebbe ottenere l’effetto opposto: è una regola non scritta che se le cose non vanno bene, ma neanche male, i vertici militari non si cambiano”.
Adesso che aria tira in Ucraina in termini di consenso nei confronti della guerra e di Zelensky?
Parliamo della guerra. Lei ha dichiarato che per l’Ucraina non va male, ma neanche benissimo.
“Questi territori non possono essere liberati, quindi va male per un presidente che ha il compito di vincere la guerra o trovare una soluzione negoziale accettabile. In più occasioni Zelensky ha ribadito che la cessione dei territori alla Russia è inaccettabile dal punto di vista politico. Ma c’è anche un punto di vista pratico: se le condizioni attuali persistono, l’Ucraina non è in grado e non lo sarà, di riconquistare quei territori”.
Quindi servono gli aiuti occidentali, che però sono destinati a diminuire…
“Esatto. L’Occidente ha nelle mani il futuro dell’Ucraina. Se vuole che vinca la guerra deve aumentare gli aiuti. Se invece, preferisce mantenersi nella posizione di non eccessiva aggressività nei confronti della leadership russa, allora è un altro discorso. Temo che resteremo così: con una riduzione progressiva degli aiuti e un necessario accordo tra le parti svantaggioso per l’Ucraina”.
Come ha dichiarato Zelensky, la Russia occupa il 26% del territorio. Perché Putin non avanza?
“In questo momento nessuno può andare oltre. La capacità militare ha trovato la sua massima intensità e forma nel 2023, con l’ultimo tentativo di controffensiva ucraina. Ora va avanti una guerra di logoramento. Il problema è che dal punto di vista quantitativo la Russia è avvantaggiata, ha più uomini. Quando le fila ucraine saranno sempre più assottigliate, potrà realizzarsi una vera e propria offensiva russa ed esserci un’altra avanzata sui territori pretesi, che corrispondono agli oblast parzialmente occupati come Zaporizhzhia, che ha confini amministrativi. Questo è l’obiettivo finale dichiarato dalla Russia. Ma lo vedremo col tempo: la guerra di logoramento andrà avanti a lungo”.
Quando dice “so che noi vinceremo”, Zelensky crede davvero che l’Ucraina possa farcela o è propaganda?
“È propaganda, ma un presidente non può dire nulla di diverso. Ha sposato una narrazione volta alla liberazione, al contrasto, alla guerra alla Russia terrorista e invasore, non può dire nulla di diverso. O meglio, potrebbe ma a qual punto perdere tutto il sostegno popolare che ha”.
Il presidente ucraino ha dichiarato anche che la guerra può arrivare anche in Europa.
“Zelensky ha ragione. Guardando in prospettiva, se la Russia continua ad avanzare come ha fatto dal 2014 e per stadi successivi, è ovvio che arriverà ai confini dell’Europa. E cosa fermerà la Federazione di fronte alla Polonia, su cui, storicamente parlando, ha sempre avanzato pretese? La minaccia c’è. Le ex repubbliche sovietiche del Baltico sono tutte obiettivi potenziali della Russia che potrebbero essere investite dalle prossime guerre di invasione russa”.
Zelensky nell’intervista al Tg1 dice di sperare che un’eventuale vittoria di Trump negli Usa non cambi niente per l’Ucraina.
“Gli aiuti militari continueranno ad arrivare, il problema è sulla quantità e sulla tipologia di equipaggiamento. Per vincere la guerra serve la componente aerea. L’Occidente ancora non li ha dati e quando lo farà allora forse l’Ucraina avrà la possibilità di giocare alla pari con la Russia. O meglio, compensare le carenze dello strumento terrestre dell’esercito. Il problema è che questi aiuti, anche se non arriveranno mai a zero, si ridurranno sempre di più. Anche perché gli arsenali militari occidentali cominciano a scarseggiare. Il numero si riduce sempre di più perché si consumano sul campo di battaglia e l’industria della difesa europea non produce con gli stessi ritmi della guerra”.
Perché gli Stati Uniti non forniscono gli aerei da combattimento all’Ucraina?
Cosa potrebbe accadere con la vittoria di Trump?
“Con Trump potrebbe accadere una svolta importante sul piano della diplomazia che potrebbe aprire una soluzione negoziale certamente svantaggiosa per l’Ucraina”.
Cosa dovrebbe fare Zelensky?
“Esattamente quello che sta facendo, non può fare altro. Sta combattendo e sacrificando la sua migliore gioventù, la sua economia, e il suo strumento militare. Al massimo si può chiedere all’Ucraina di fare meno, ma vorrebbe dire accettare la volontà russa”.