“Siamo stati costretti a scendere in piazza, vittime di un sistema scatenato contro di noi: non possiamo non protestare”.
Ai microfoni di Notizie.com, Danilo Calvani, presidente nazionale di C.R.A Agricoltori traditi, ha deciso di fare chiarezza sui motivi della cosiddetta protesta dei trattori che si sta allargando in Italia, da Nord a Sud, ma anche in Europa, in Germania e in Francia.
Gli agricoltori hanno intenzione di restare in strada “ad oltranza”, come recitano alcuni dei loro manifesti, “per la difesa dell’agricoltura e dei territori, martoriati dalle banche, offesi dalle importazioni, uccisi dallo Stato”.
Ma non solo: “Per difendere tutto il mondo del lavoro, dalla piccola alla media impresa, saccheggiato da una politica di incapaci e da politiche comunitarie vessatorie”. I contadini si sentono traditi anche dai sindacati, ritenendolo “complici del disastro economico che sta colpendo questa nazione”.
Signor Calvani, può spiegare a tutti cosa sta succedendo nel mondo agricolo?
Si spieghi.
“I vari consorzi agricoli sono gestiti dai sindacati agricoli. Qualche anno fa facevano pubblicità contro l’ogm, cosa giusta. Ma nel frattempo nei consorzi agrari entravano dall’estero mentre noi non potevamo seminarli. Capisce? Li vendevano loro. Allora perché erano contrari: per fare un business al contrario?”.
Cosa chiedete allo Stato?
Molti suoi colleghi hanno dichiarato che si è arrivati a un punto di non ritorno. È d’accordo?
“Certo, è il nostro slogan. A Modena abbiamo lanciato un messaggio per la mobilitazione nazionale e tutti gli agricoltori lo hanno accolto. Però guardi, questo non è merito di C.R.A Agricoltori traditi. Al contrario, è un demerito loro: altrimenti noi non avremmo mosso nemmeno un contadino”.
I sostegni al reddito bastano?
“I contributi europei ci sono, stiamo parlando di miliardi. Ma non vanno nelle tasche degli agricoltori. Finiscono a pochissime persone che prendono milioni di euro frodando i Centri di Assistenza Agricola (CAA ndr), che sono nelle mani dei sindacati agricoli: in pratica fanno da controllati e controllori. Ed io credo che le Procure, anche in Europa, stiano aprendo gli occhi su questo. Noi siamo attaccati dal green corridor, la governo che ci fa pagare l’Irpef mentre siamo al collasso e in più il mercato agricolo è alterato da questi signori. Le nostre aziende vanno all’asta per quattro soldi in un tempo rapidissimo e vengono ricomprate da chi prende questi fondi: il sistema è scatenato contro di noi, siamo al disastro: non possiamo non protestare”.