Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha disposto di valutare di spostare le manifestazioni pro-palestina previste per domani, sabato 27 gennaio, Giorno della Memoria.
L’invito ai questori arriva dopo le proteste delle comunità ebraiche dei giorni scorsi, che avevano denunciato lo “sfregio alla memoria” attraverso cortei che accusano Israele di genocidio per la tragedia che sta vivendo Gaza da ottobre, proprio nel giorno in sui si ricorda la Shoa.
“Trovo che quella di Piantedosi sia una decisione saggia perché il Giorno della Memoria ha una sua connotazione, che è quella di ricordare la strage della Shoa”. Così, ai nostri microfoni, Celeste Vichi, presidente dell’Unione delle Associazioni Italia-Israele (UAII). “Soprattutto in questo momento, l’antisemitismo sta mostrando il suo vero volto, cioè la forma dell’antisionismo”.
Quindi concorda con la richiesta di Piantedosi.
“Credo che sia una scelta saggia, sia dal punto di vista della conservazione storica della memoria della Shoa, sia dal punto di vista di una chiave evolutiva di antisemitismo, che oggi è nella forma dell’antisionismo. Ricordiamo che molte di queste piazze che oggi vogliono dimostrarsi a favore dei palestinesi, si stanno mostrando anche piazze che sostengono Hamas, l’eccidio degli ebrei e qualche volta hanno anche pericolose derive antisemite”.
C’è una vera e propria contrapposizione tra chi è a favore dei palestinesi e chi è a favore di Israele. Si sta combattendo per distruggere il gruppo terroristico di Hamas, ma stanno morendo moltissime persone. La violenza è davvero l’unica via possibile?
“La violenza non è mai stata una soluzione e ne è una prova la carneficina del 7 ottobre. Non ci sono giustificazioni per ciò che è accaduto in Israele. Chi oggi invoca il diritto del popolo palestinese ad avere un proprio Stato e due popoli in due Stati, ad un certo punto cerca di legittimare quanto è accaduto il 7 ottobre. In realtà, le cose non sono queste: se volevano davvero trovare una soluzione diplomatica, non avrebbero assaltato Israele, causando la carneficina degli israeliani. Lo stesso principio si applica in Italia”.
Intende la possibilità della violenza ai cortei?
“È deprecabile qualsiasi forma di violenza che possa essere posta nelle manifestazioni pro-palestinesi. Perché tante di queste poi sfociano in slogan e comportamenti totalmente antisemiti ed anti-israeliani. Israele viene visto come lo Stato imperialista, colonialista, e vengono riesumati gli stereotipi, l’etichettamento e la demonizzazione, tipici del nuovo antisemitismo”.
La Corte internazionale di giustizia dell’Aja ha emesso una sentenza provvisoria su Israele, nel caso aperto dal Sud Africa, che lo accusa di genocidio. Non ha stabilito se Tel Aviv sia o no responsabile, ma ha sancito che i palestinesi devono essere protetti e ordinato di prevenire qualsiasi atto di genocidio. Cosa ne pensa?