Il segretario della Cisl spiega allâAvvenire cosa si nasconde dietro le parole del presidente del Consiglio Meloni sulla vendita di asset strategici
Le parole del presidente del Consiglio Meloni sulla possibile e ulteriore privatizzazione di Poste e anche Ferrovie dello Stato, ha creato qualche polemica e a sollevarle, soprattutto, è stato il Segretario della Cisl Luigi Sbarra che proprio non ci sta dal punto di vista ideologico e strutturale, nonostante la Premier abbia garantito che lo Stato resterĂ a controllare, ma al quotidiano Avvenire, il sindacalista ha rigettato tutto o quasi: âSiamo contrari ad una stagione di saldi di Stato, che negli anni Novanta ha giĂ creato danni irreversibili ai nostri asset strategici. Penso al settore delle telecomunicazioni o allâagroalimentare. Se lâidea è svendere ulteriori quote di Poste o di altre aziende pubbliche, la Cisl si opporrĂ â.
Un opposizione che preannuncia un momento di tensione, anche perchĂŠ la battaglia non è neanche cominciata, ma Sbarra sembra avere le idee ben chiare, nonostante ci siano allo stato attuale, solo parole: âPrima di assumere qualunque decisione va aperto uno spazio di confronto tra governo e parti sociali. Qui si parla non solo di âquanto chiedereâ per i gioielli di famiglia, ma anche del ruolo che lo Stato vuole avere nel futuro industriale ed economico del Paese. PiĂš che privatizzare facciamo partecipare i lavoratori alla gestione delle proprie aziendeâ. I risultati non sono stati soddisfacenti per le privatizzazioni fatte in queste societĂ , almeno secondo Sbarra e lo sottolinea: âĂ stato un processo non privo di contraddizioni che ha di fatto frenato il loro sviluppo e gli investimenti. Si sono messe sul mercato aziende pubbliche importanti senza alcun disegno serio di democrazia economica e senza introdurre condizionalitĂ nella governance, quando invece si sarebbe dovuto spostare il baricentro della sovranitĂ decisionale dal capitale al lavoroâ.
Meloni nellâormai famosa conferenza stampa di inizio anno, ha garantito che confermerĂ anche nel 2025 il cuneo fiscale ridotto, lavorando sui tagli alla spesa, anche se nellâanno che se ne è appena andato è stato fatto alzando il decifit. Ma per Sbarra non è tanto questo il problema, ma altre cose e si potrebbe ripartire di slancio se si agisce in un determinato modo: âIl modo migliore per recuperare risorse è stimolare la crescita sbloccando investimenti e facendo redistribuzione. Se la via è poi anche quella dei tagli, bisogna che la relativa mappatura sia fatta con il sindacato. Ci sono miliardi di fondi erogati e distribuiti a pioggiaâ.
E un taglio allora è possibile, tentando di parlare con le parti sociali e su questo il segretario della Cisl sembra tendere la mano, ma ad alcune condizioni: âSi deve valutare insieme la rimodulazione di questa spesa, per ricavarne doti a sostegno di lavoratori, pensionati e imprese socialmente responsabili, che applicano i contratti, fanno contrattazione decentrata, esercitano la partecipazione. Le risorse si possono prendere anche introducendo un contributo di solidarietĂ da estendere a multinazionali della logistica e dellâeconomia digitale, colossi della farmaceuticaâ.