“Non sappiamo se quanto accaduto fosse imprevedibile. Di certo non è normale che un autobus cada da un cavalcavia. Ora bisogna capire se sia stata una tragica fatalità o se ci siano state negligenze che hanno aggravato l’epilogo di questo incidente.
In esclusiva a Notizie.com, Raffaele Speranzon, senatore e vicepresidente vicario del gruppo Fratelli d’Italia, commenta la tragedia del bus a Mestre, nella quale hanno perso la vita 21 persone e altre 15 sono rimaste ferite.
Senatore Speranzon, in che condizioni era il cavalcavia della tragedia?
La Procura ha aperto un’inchiesta contro ignoti, ipotizzando il reato di omicidio plurimo stradale. Nel frattempo, tra le prime ipotesi c’è quella di un malore dell’autista e si mette in discussione la tenuta del guardrail.
“Sulle cause di questa tragedia ci sono indagini in corso. Il procuratore ha disposto una serie di colloqui con i testimoni oculari, a partire dai superstiti. La scatola nera permetterà di avere indicazioni puntuali per capire la dinamica dell’incidente. Nelle ultime ore si sono susseguite voci e ipotesi che dovranno ritrovare riscontri oggettivi, che spero arrivino presto. Gli inquirenti sono al lavoro per venire a capo di questa tragedia che ha coinvolto cittadini di tutta Europa”;
Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini ha dichiarato che “non è un problema di guardrail. È presto per dare commenti, qualcuno mi dice che le batterie elettriche prendono fuoco più velocemente di altre forme di alimentazione e in un momento in cui si dice che tutto deve essere elettrico, uno spunto di riflessione è il caso di farlo”.
“La macchina dei soccorsi ha funzionato benissimo. Ringrazio innanzitutto i cittadini che hanno segnalato tempestivamente ai vigili del fuoco e alle forze dell’ordine quello che stava succedendo. Sono intervenuti immediatamente ed hanno operato in condizioni difficili, sono stati bravissimi, hanno fatto tutto il possibile ed hanno visto scene drammatiche. Siamo debitori nei confronti dei vigili del fuoco e della Protezione civile e vero tutti gli operatori sanitari che si sono fatti carico di salvare vite umane nei nostri ospedali”, dichiara Speranzon. “I sanitari sono pronti ad accogliere i familiari che arrivano da vari Paesi europei. Purtroppo per identificare alcuni corpi servirà il test del dna. Adesso sto rientrando a Venezia con l’intenzione anche di incontrare i familiari per capire se possiamo fare qualcosa come comunità”.