Roma, Mourinho: “Non sono io il problema. Non me ne vado”

L’allenatore dei giallorossi ha parlato in conferenza stampa alla vigilia della delicata partita contro il Frosinone

Contro il Frosinone non sarà una partita semplice per la Roma e per José Mourinho. La scoppola rimediata nell’ultima gara contro il Genoa ha acceso l’allarme nell’ambiente e le dichiarazioni dello stesso tecnico nel post partita hanno creato un malumore generale.

José Mourinho, primo piano
La conferenza di José Mourinho prima del match con il Frosinone (Ansa) – Notizie.com

Ecco perché la conferenza stampa pre-gara è stato un modo anche per affrontare l’argomento e cercare di gettare acqua sul fuoco: “Penso che il ds Pinto – ha detto Mourinho – sia stato qua agli inizi di settembre e abbia dato una buona spiegazione. Ha spiegato come la Roma debba ovviare al suo Fair Play finanziario, si devono prendere certe decisioni e sai che sono rischiose. Ibanez non c’è più, non abbiamo Kumbulla che è infortunato e l’anno scorso ci dava una mano. Con Smalling out siamo rimasti in tre in un periodo dove si gioca ogni tre giorni. L’infortunio di Diego (Llorente, ndr) fa parte di Diego, è la sua storia clinica e ci ha messo in difficoltà. Non è il momento di trovare alibi o incolpare qualcuno, questa è una conseguenza di una situazione del Fair Play Finanziario, è una situazione che già conoscevo e poteva succedere“.

Mourinho: “Non sono io il problema”

Poi, riguardo il suo futuro e l’ipotesi di interruzione del rapporto in anticipo, queste le parole del portoghese: “Tre mesi fa c’era quasi un dramma a pensare che io potessi andare via, a Budapest ho detto a tutti che sarei rimasto. Dopo tre giorni, contro lo Spezia, l’ho detto anche ai tifosi. In estate ho avuto la più importante offerta che un allenatore ha mai avuto nella storia del calcio e l’ho rifiutata per la parola data a tutti. Tre mesi dopo sembra che io sono un problema e questo non lo accetto. Non sono un problema”.

José Mourinho ha parlato in conferenza stampa
José Mourinho prova a gettare acqua sul fuoco in conferenza (Ansa) – Notizie.com

Sempre al riguardo ha aggiunto: “Solo una persona oggi può dirmi che il mio contratto finisce prima del 30 giugno 2024 ed è mister Friedkin. Se non me lo dice io sono qui fino a 30 giugno a lottare per il club, per i tifosi e per i miei giocatori. Io domani non ho paura di entrare in campo ed essere contestato. Non voglio tornare alla domanda sul rinnovo, ma io ogni giorno vengo qui a lavorare e mi piace tantissimo e non posso dire che ho avuto dei club dove mi è piaciuto lo stesso, ma non posso nemmeno dire che sia stato un altro posto dove mi sia piaciuto di più“.

Il match con il Frosinone

A seguire Mourinho si è concentrato sulla partita con il Frosinone: “Prima di tutto dobbiamo avere il coraggio di entrare in campo domani, avere il coraggio di accettare una reazione di grande romanismo dallo stadio che può essere un supporto o può essere una contestazione“.

José Mourinho dice di avere la squadra dalla sua parte
José Mourinho ha elogiato Cristante in conferenza (Ansa) – Notizie.com

Riguardo il momento della squadra: “Non mi piace parlare individualmente dei giocatori, ma ora Cristante ci dà di più, ha avuto un’evoluzione fantastica, nella velocità di esecuzione, non era propriamente un genio con la palla, ma è diventato più sveglio obiettivamente, è importante per noi. La squadra ha peggiorato quando è passato dietro, poi dopo arriverà la domanda se giochiamo a 3 o a 4 che è una domanda normale. Per giocare a 4 possiamo giocarci solo con El Shaarawy e Costa, che sarà convocato. Se parlate di Dybala, voi dite che sembrava molto stanco in queste due partite. Non dovrei parlare di queste cose con voi, abbiamo una partita domani difficile, importante, una pressione extra, dobbiamo giocarla al massimo della nostra potenzialità“.

Motivazioni e progetto

Mourinho ha poi risposto così alla domanda se si aspetti di più dai giocatori: “Sì, mi aspetto di più da me stesso perché sono sempre molto esigente, però mi aspetto anche di più dai giocatori. Ho una cosa con i giocatori che senti, questi ragazzi sono miei amici, io sono amico loro. Non esiste solo empatia di lavoro, c’è empatia e amicizia fra di noi e questa è una base che non ha prezzo, soprattutto in questi momenti qua. L’allenatore è un uomo solo nei momenti difficili, ma con loro non lo sono. Sono un po’ più solo perché a me piace stare solo, mi piace nascondermi, isolarmi qualche volta con i miei pensieri, ma con i miei giocatori non mi sono mai sentito da solo. Mi aspetto di più in campo, mi aspetto una mentalità, una fame, una responsabilità diversa e anche gente nuova che è arrivata penso che crescerà alla velocità che gli facciamo vedere come siamo noi“.

José Mourinho in campo contro il Milan di Pioli
José Mourinho assicura di voler restare alla Roma (Ansa) – Notizie.com

Infine ha concluso rispondendo alla domanda se sia vero che il terzo anno è il più difficile per incidere sui giocatori: “Non la penso così. Penso che se una persona sta bene non cambia. Non c’è terzo, quinto, decimo anno che tenga. Anche nel primo anno ci sono dei problemi, se parli anche di rapporti umani possiamo essere amici anche dopo 50 anni. Penso che sia tutta una maratona, in questo caso la maratona di 4-5 anni che sei in una squadra. Quando tu non senti questo amore, tu senti che devi dire basta. Qualche volta senti che sei stanco di un rapporto anche senza problemi. Ci sono allenatori che hanno tanti soldi da spendere, che cambiano giocatori con una facilità tremenda. Guarda il Manchester City con Guardiola che può pagare 100 milioni. Penso che il punto di partenza non siano gli anni, ma un rapporto che esiste o non esiste. In questo caso il rapporto esiste. Qui lavorare mi piace tantissimo e non posso dire che ho avuto dei club dove mi è piaciuto lo stesso o dove mi è piaciuto di più“.

Impostazioni privacy