Festival di Venezia, il direttore Barbera difende Woody Allen e Polanski

Dopo gli insulti ricevuti da Woody Allen e Roman Polanski in occasione dell’80esima mostra del cinema di Venezia, il direttore Barbera ha commentato l’accaduto.

Se solitamente la Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, è occasione per confronti pacati e acclamazione dei celebri ospiti provenienti da tutto il globo, questa 80esima edizione sembra essere caratterizzata da una particolare inclinazione alla polemica.

Alberto Barbera – Notizie.com

Dopo le discussioni generate dalle parole di Pierfrancesco Favino, in merito al controverso comportamento delle produzioni statunitensi, stavolta è la presenza di Woody Allen e Roman Polanski a aizzare la folla. A risponderne, ecco direttamente il direttore artistico del Festival, Alberto Barbera. 

Le parole di Barbera

L’ormai storico e celebrato direttore del Festival, ci ha tenuto a rimettere in ordine i valori su cui la Mostra del cinema lavora per selezionare gli artisti da invitare. Secondo Barbera, infatti, non è compito ne della biennale, ne del pubblico presente, ergersi a tribunale supremo delle azioni altrui, scavalcando quelle che sono state le reali sentenze della giustizia. Il giudizio morale, sempre per Barbera, dovrebbe limitarsi ad una considerazione personale, alla quale non dovrebbero seguire processi in pubblica piazza: “Per quale motivo dovremmo vietare un film di [Allen e Besson] quando non sono colpevoli di fronte alla giustizia? Perché dovremmo essere più severi nei loro confronti? Dobbiamo avere fiducia nel sistema giudiziario”. Barbera prosegue: “Ho discusso della questione con tutti i miei collaboratori e colleghi. Avevamo previsto attacchi e insulti. Ma questo è il momento in cui viviamo, c’è una sensibilità particolare su questioni come queste”.

Il regista contestato a Venezia
Woody Allen e Soon-Yi Previn (Ansa Foto) Notizie.com

Ecco che il direttore entra nel merito della questione, facendo un resoconto dei dati di fatto relativi ai due leggendari registi: “Dopo quasi 25 anni, perché avremmo dovuto bandire un film di Woody Allen? È impossibile, oggi, distribuire i suoi film negli Stati Uniti, il che è assolutamente assurdo. Polanski è uno degli ultimi grandi maestri del cinema europeo. Ha commesso enormi errori 50 anni fa. Ha riconosciuto di essere colpevole. Ha chiesto perdono alla vittima e la vittima ha concesso il suo perdono. Io non sono un giudice chiamato a pronunciare un giudizio sul comportamento scorretto di qualcuno. Bisogna distinguere tra l’uomo e l’artista. Io sono un critico cinematografico, il mio lavoro è giudicare la qualità dei film. Ma ovviamente è una situazione molto difficile. Sono abbastanza sicuro che tra qualche decennio, tutti avranno dimenticato la storia dello stupro di Polanski, ma continueranno ad ammirare i suoi film”. Insomma… la solita diatriba che vede opporsi i moralisti intransigenti e chi, al contrario, tenta di scindere l’artista dalla persona.

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