Rai, il direttore di âRai Newsâ Paolo Petrecca ha rilasciato una intervista ai microfoni del quotidiano âLa Stampaâ dove ha affrontato vari argomentiÂ
Il direttore di âRaiNewsâ, Paolo Petrecca, cerca di spegnere le polemiche che si stanno creando nellâultimo periodo. Lo ha fatto rilasciando una intervista ai microfoni del quotidiano âLa Stampaâ. Nel corso della stessa ha spiegato che non esiste assolutamente alcun tipo di egemonia culturale sia per quanto riguarda la destra che per la sinistra. Fa capire che il tutto dipende dai cittadini che si presentano ai seggi ed esprimono la loro preferenza. Ci tiene a ribadire che la Rai, da sempre, è al centro dellâazione culturale del Paese.
Altro che occupazione culturale come aveva affermato qualcuno dallâopposizione. Petrecca rispedisce, al mittene, le critiche ricevute: âAssolutamente no, le fasi alterne sono queste. Ora viviamo questa tendenza politica. Un domani, se il centro sinistra dovesse vincere le elezioni, vedrĂ che lâorientamento cambierebbe ancora. La Rai è sempre stata pluralista, tutti possono avere il loro spazio, non vedo tendenza al dominio. Sono in Rai da 17 anni, la conosco beneâ.
Sugli addii da parte di personaggi che hanno scritto, comunque, pagine importanti della Rai Petrecca fa sapere che: âSono andati via per altri motivi. Eâ la legge del mercato a generare lâesigenza di spostarsiâ. Il giornalista, però, gli ricorda che avrebbero censurato un collega per âsalvare le uscite di Facciâ. Anche in questo caso la risposta non si è fatta attendere: âSul sito era uscito un pastone e a me i pastoni non piacciono perchĂŠ uniscono notizie e commenti che invece devono essere separati.
Alla giornalista che conosco e con cui ho un ottimo rapporto, non è stato dato il messaggio giusto. Non ho mai censurato nessuno. Ho solo separato lâinchiesta giudiziaria su La Russa Junior sul commento di Facci. La giornalista è stata male informata e ha male interpretato. Una denuncia interna come ci sono sempre state. Quando sono entrato addirittura mi strappavano i fogliâ.