Carola Rackete in unâintervista a âLa Repubblicaâ svela i suoi prossimi obiettivi e annuncia anche una decisione a sorpresa. Ecco i dettagli.
Dopo un lungo periodo di silenzio, Carola Rackete ritorna a parlare e lo fa in unâintervista a La Repubblica. Unâoccasione anche per annunciare un cambio vita da parte dellâormai ex capitana dela Sea Watch 3.
âHo deciso di candidarmi alle prossime Europee â ha ammesso Rackete â in un primo momento ho detto no a Die Link, ma, dopo un confronto con alcuni miei amici, ho scelto di scegliere il campo sia perchĂŠ molte persone in politica non sono rappresentate, ma anche perchĂŠ in Germania il 14% degli adulti non vota visto che non ha il passaporto tedesco. Voglio essere la loro voceâ.
In caso di vittoria, lâattivista ha le idee molto chiare: âIl punto principale del mio programma è la giustizia climatica. Per questo motivo spero di riuscire a far parte della Commissione ambiente, salute pubblica, sicurezza alimentare dellâEuroparlamentoâ.
La Rackete in questa intervista ha anche svelato i suoi obiettivi: âVoglio fare da watchdog per i movimenti. Molte persone non hanno idea di cosa succede dentro il Parlamento europeo. Come si prendono le decisioni, di cosa si parla. Mi prenderò lâimpegno di fare informazioni. Bruxelles è la seconda capitale mondiale delle lobby e ci vuole trasparenzaâ.
Ritornando al tema clima, lâattivista ha sottolineato che per âfermare la crisi si devono ritenere responsabili i responsabili. Nel senso che in questi anni le grandi compagnie di petrolio, gas e carbone hanno provocato questi problemi ed ora noi dobbiamo prendere i loro profitti ottenuti derubando la Terra e distribuirli per finanziare la transizione ecologicaâ.
Ambiente sĂŹ, migranti forse. âNon posso promettere di occuparmene â ha sottolineato Carola Rackete in questa intervista â ovviamente il tema resta nel mio cuore e continuerò a sostenere la compagna contro Frontexâ.
Un passaggio sullâaccordo tra Ue e Tunisia: âSi tratta di un ennesimo errore. Sono contraria ad accordi fatti con governi non democratici per esternalizzare consapevolmente le violazioni dei diritti umani. E penso a tutte le persone che sono state abbandonate nel deserto al confine con la Libiaâ.