Mogol: “Non sono un grande, sono solo fortunato. La musica italiana? In recessione…”

In una intervista al Messaggero parla uno dei più importanti poeti musicali della nostra era

Uno dei più grandi pensatori e poeti della nostra era. Le sue parole sono nelle canzoni che persone di ogni età canta da anni e continua ancora a farlo. Parliamo di Mogol, il cui nome non ha certo bisogno di9 presentazioni, le sue canzoni sono pezzi di vita di ognuno di noi. «Le canzoni qualche volta sono frammenti di vita e musica, ma non solo. La cosa più importante è cercare di capire cosa sta dicendo la musica. La musica nasce prima delle parole. Le parole entrano nella musica». Mogol, secondo il Messaggero che ha effettuato l’intervistata, ha scritto oltre 1500 canzoni, un record assoluto, tanto che lo stesso autore racconta un aneddoto molto importante e che fa riflettere: “Dò un dato di 4 anni fa della Siae sulla vendita dei miei dischi nel mondo: sono il terzo, nel senso che dopo i Beatles e Elvis Presley ci sono io che ho venduto 523 milioni di dischi».

L'autore
Il poeta e autore musicale Mogol (Ansa Notizie.com)

Mogol ha lavorato con tantissimi artisti, il più famoso è senza dubbio Lucio Battisti, ma lui ne menziona anche altrui con i quali ha avuto un’intesa altrettanto importante e significativa, anche perché Mogol ha lavorato e scritto tante canzoni, non solo per Battisti. «Ho scritto per Mango, ho scritto per Gianni Bella, un grandissimo, per Cocciante, per Lucio Battisti, e con tutti ho avuto un’intesa. Non è mai cambiato niente. In sostanza, se la musica è bella e che sia di uno o dell’altro non ha importanza».

“Io paroliere? Quello la fa Settimana Enigmistica. La parola “paroliere” esalta certi giornalisti, che non rispetto”

Il poeta
Mogol, autore di brani storici e bellissimi (Ansa Notizie.com)

I testi scritti da Mogol sono riconosciuti da tutti come delle vere e proprie poesie, ma attenzione guai a chiamarlo paroliere, ecco lì una pacato e moderato come Mogol potrebbe anche arrabbiarsi e non essere riconosciuto. «Non c’è nessun autore che è paroliere. Perché il paroliere è quello che fa la Settimana Enigmistica. La parola “paroliere” esalta certi giornalisti, che non rispetto».

Il giudizio di Mogol sulla musica italiana non è dei più lusinghieri anzi il suo è abbastanza netto e preciso: «Secondo me la canzone italiana è entrata in recessione, senza motivo. Per questo ho creato questa scuola, il Cet. È la più importante scuola che c’è in Europa di questo tipo. Tant’è vero che è stato invitato a dare lezioni a Berkley ed Harward»

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