Conte contro la Meloni: “Investe su guerra e sarà carneficina”

Il leader del ‘Movimento 5 Stelle’, Giuseppe Conte, ha rilasciato una intervista ai microfoni del quotidiano “La Stampa” dove si è soffermato su vari argomenti 

Intervista alla 'Stampa'
Giuseppe Conte (Ansa Foto) Notizie.com

Giuseppe Conte non indietreggia di un solo centimetro il proprio pensiero sul conflitto. Tanto è vero che, nel corso dell’intervista a ‘La Stampa‘, fa sapere che bisogna avere il coraggio di ammettere che questa strategia militare porta solamente a “morte e distruzione“. Nel corso della sua vita, di qualche ora a Roma, Volodymyr Zelensky non ha considerato appieno la proposta di pace da parte del Vaticano. La mediazione di Papa Francesco, fa sapere il nativo di Volturara Appula, può essere utile per aprire ad un percorso negoziale. Anche se, secondo l’ex premier, non tutti sono per questa strada. Tanto è vero che ha voluto fare un nome e cognome: Giorgia Meloni.

Scommette sulla vittoria Ucraina, promettendo illimitate forniture militari. In questo modo però si accetta la possibilità di una carneficina senza fine e di una possibile deflagrazione nucleare”. In merito alle dichiarazioni da parte del ministro degli Esteri, Antonio Tajani (‘L’unica strada possibile per il cessate il fuoco è quella che indicherà Kiev’) aggiunge: “È un’impostazione del tutto sbagliata. Temo che lo slancio bellicistico serva a nascondere l’incapacità di affrontare emergenze interne come il caro affitti, i mutui alle stelle, l’inflazione fuori controllo, contratti precari e il crollo del potere d’acquisto di famiglie con stipendi sempre più bassi”.

Conte sul conflitto: “Perché la Meloni non è andata in Cina come Scholz?”

Intervista alla 'Stampa'
Giuseppe Conte (Ansa Foto) Notizie.com

Non è affatto un mistero che l’Ucraina non ha alcuna intenzione di rinunciare ad una parte del suo territorio da cedere alla Russia. “Nessuno mette in discussione il diritto dell’Ucraina all’integrità territoriale. Questo non significa che non dobbiamo creare le condizioni per sederci a un tavolo”. Se fosse stato ancora presidente del Consiglio avrebbe agito in un’altra maniera rispetto alla premier: “Innanzitutto mi sarei adoperato in tutti i modi per convincere gli alleati europei. Se davvero vogliamo proteggere gli ucraini e la nostra sicurezza dobbiamo essere più coraggiosi e coinvolgere tutti nel processo di pace“.

Poi il riferimento sempre alla Meloni: “Ancora oggi mi domando per qualche motivo sia rimasta in Italia a discutere di rave party anziché andare in Cina come Scholz, Macron e molti altri leader europei”. In conclusione si è voluto soffermare sul ruolo che, in questo momento, il nostro Paese ha. In particolar modo sia a Washington che a Bruxelles: “L’Italia si sta limitando a seguire indicazioni di altri e non incide su nulla: dall’economia alla guerra, dall’immigrazione alla transizione ecologica. In campagna elettorale la Meloni diceva che sarebbe finita la pacchia con lei al governo, ma non tocchiamo palla“.

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