Il ministro per gli Affari regionali, Roberto Calderoli, ha rilasciato una intervista ai microfoni del quotidiano âLa Repubblicaâ dove si è soffermato su vari argomentiÂ
Ancora una volta Roberto Calderoli ha voluto fare chiarezza. Lo ha fatto in una intervista che ha rilasciato al quotidiano âLa Repubblicaâ. Si è soffermato sulle riforme costituzionali che non potranno rallentare, in alcun modo, lâautonomia differenziata. Tra le tante ipotesi che il suo partito, la Lega, sta pensando di mettere in atto câè anche il âgovernatoratoâ. In cosa consiste? Ovvero nellâelezione diretta del presidente del Consiglio sul modello delle Regioni. Il suo pensiero sullâautonomia non cambia di una virgola. Anzi, minaccia addirittura lâaddio alla politica nel caso in cui questa possibilitĂ si dovesse arenare.
A chi gli chiedeva se esistesse o meno una riforma Meloni fa sapere che non câè nulla del genere. Se non una riforma che è stata fatta da tutto il centrodestra. Queste sono alcune delle sue parole: âNel pacchetto riforme câè sia lâautonomia differenziata che il presidenzialismo o forme simili. Devono entrambe arrivare a conclusione entro la fine della legislatura. Non sono in concorrenzaâ. Una tende ad accentrare e lâaltra e lâaltra devolve alle Regioni: âUna rafforza i poteri del governo. Lâautonomia rafforza i poteri territoriali che sono delle Regioniâ.
Un argomento che lo fa infuriare non poco: âA me girano le scatole perchĂŠ è impensabile che i diritti essenziali non ci siano e che le Regioni, che lo meritino e lo vogliano, non possano gestire delle competenze spendendo meno e meglio rispetto allo Statoâ. A chi gli chiedeva se ci fossero o meno rallentamenti in commissione parlamentare risponde senza problemi: âNon ne vedoâ. Sulle Regioni fa sapere: âNon ne ho convinte 4 su 20. Queste quattro sono tutte targate Pd. LâEmilia Romagna e la Toscana, se non avessero ricevuto ordini di scuderia, sarebbero pro autonomiaâ.
Sulle riforme costituzionali: âNel programma di governo câè lâintesa sullâelezione diretta del presidente della Repubblica. Se in Italia ci fosse lâelezione diretta, il capo dello Stato diventerebbe una figura politicaâ. âUna riflessione che è per modifiche limitateâ. Discorso e parole diverse, invece, quando si parla sullâaccordo del sindaco dâItalia: âLâelezione diretta del presidente del Consiglio non è il sindaco dâItalia. Per me è una bestemmia. Piuttosto penso al modello âgovernatoreâ della Regione, ovvero che il capo del governo è eletto direttamente dal popolo però collegato a una coalizione di governoâ.