La maggioranza sembra uscire più solida dalla partita delle nomine. In molti parlano di un esecutivo indebolito, ma in realtà non è così.
La partita delle nomine si è chiusa con un pareggio che accontenta tutti. Secondo quanto scritto da Il Quotidiano del Sud, la lista dei consigli di amministrazione delle grandi aziende ha permesso all’esecutivo di uscire ancora più rafforzato e non indebolito come precisato da alcuni organi di stampa.
Le nomine hanno rappresentato un doppio esame per questo governo. Da una parte è stata testata la stabilità dell’esecutivo e dall’altro si è valutato il potere del premier. Alla fine possiamo dire che il tutto si è concluso con un pareggio che non scontenta nessuno. Naturalmente le tensioni non sono mancate all’interno della maggioranza, ma anche in questo caso si è arrivati al compromesso e quindi il centrodestra ha dimostrato ancora una volta di essere unito e soprattutto di saper trovare un’intesa quando è necessario.
Le tensioni durante la discussione delle nomine non sono mancate, ma alla fine il governo si è dimostrato ancora una volta compatto. “Questo esecutivo è coeso – ha garantito il ministro Urso, citato dal quotidiano – tutti i provvedimenti in Cdm sono stati approvati all’unanimità“.
“Nei governi precedenti le misure venivano approvate salvo intese oppure con l’astensione di alcuni ministri – ha detto ancora il titolare del Made in Italy – noi, invece, siamo coesi perché stiamo parlando di un governo politico frutto delle decisioni degli italiani. Lo abbiamo dimostrato anche nel caso delle nomine privilegiando la competenza, perché quello che conta è il merito“.
La scelta dei profili per le grande aziende è stata commentata anche da Tommaso Foti. Il capogruppo di FdI alla Camera ha assicurato che “si tratta di persone di grande qualità, con esperienze positive in situazioni o imprese molto simili. A differenza di quanto successo in passato, non vi è stata alcuna lottizzazione. Il metodo Meloni funziona ed essendoci anche aziende che hanno dei rapporti anche all’estero, possiamo dire che si qualifica l’Italia al di fuori dei nostri confini“.