Direttamente dal ‘San Raffaele’ arriva la chiamata da parte di Silvio Berlusconi, attualmente ricoverato in terapia intensiva, al quotidiano ‘Il Giornale’
A riportare questa clamorosa indiscrezione ci ha pensato direttamente il quotidiano ‘Il Giornale‘. Un articolo pubblicato direttamente da Augusto Minzolini. Una chiamata che arriva nella giornata di ieri, giovedì 6 aprile, poco prima delle ore 10 del mattino. Dal ‘San Raffaele‘ di Milano telefona Silvio Berlusconi, dal reparto di terapia intensiva. Dall’altra parte del telefono c’è il fratello Paolo e la compagna del ‘Cavaliere’, Marta Fascina. Al “Vuole parlare Silvio” il direttore del quotidiano davvero fa fatica a crederci. Ovviamente fa sapere che il tono della voce non è quello di sempre (non potrebbe essere altrimenti visto quello che sta vivendo), anche se la voglia di comunicare e di parlare con qualcuno è tanta.
Anche se l’equipe medico, che monitora costantemente la situazione, gli consiglia di non affaticarsi. Al direttore afferma: “È dura, ma ce la farò anche questa volta“. Proprio come ha affrontato, nel corso di questi ultimi anni, percorsi molto difficili. Il tutto mentre il mondo della politica, i sostenitori ed i suoi elettori (e non) gli augurano una pronta guarigione con la speranza di poterlo vedere in pista quanto prima e di lasciare nuovamente l’ospedale. “Sono riuscito anche in situazioni difficili e delicate, a ritirarmi su“.
Poi un aneddoto dell’Urss: “Quando studiavo dai Salesiani è l’aneddoto ho avuto un esule russo che era fuggito dall’Unione Sovietica. Era insegnante di religione, ma non abbiamo mai parlato della materia. Mi ha raccontato quello che accadeva lì. Ci diceva: in Russia oggi hai tre possibilità: o scappi all’estero, o finisci in carcere, o, peggio, sottoterra. Chiesi ai miei sondaggisti se si poteva evitare la vittoria dei comunisti. Mi dissero di sì. Ma solo se scende in campo lei. Lo feci“.
Poi la telefonata con Minzolini che giunge al termine. Ancora con una premessa: “Ce la farò anche questa volta“. Lo ha ripetuto anche una seconda volta. Poi i saluti e l’incoraggiamento da parte di tutti che gli ricordano di non affaticarsi e di pensare alla salute. Con tanto di promessa: “Una volta che esco di qui è l’invito prima dei saluti ci vediamo“.