Caso era il capitano della Lazio che, nella stagione 86-87, raggiunse una storica salvezza: “Ha risanato il club e lo ha riportato in alto. Un personaggio indimenticabile per tutto il mondo del calcio”
Il mondo del calcio piange Gianmarco Calleri. Una figura che ha legato il suo nome ad una delle imprese calcistiche più entusiasmanti e difficili: la salvezza della Lazio nella stagione 86-87, nonostante i nove punti di penalizzazione. Calleri, insieme al fratello Giorgio e al finanziere Renato Bocchi, prelevò il club in uno dei momenti più drammatici della storia laziale, riuscendo a risanarlo e a riportarlo nel calcio che conta. Ma la sua esperienza nel mondo del calcio non è stata circoscritta alla sola Lazio. Calleri infatti, fu anche presidente del Torino e del club svizzero del Bellinzona. “E’ stato uno dei personaggi più importanti della storia della Lazio. Per questo club ha fatto qualcosa di incredibile, superando enormi difficoltà”, dichiara in esclusiva a Notizie.com Mimmo Caso, capitano della Lazio del 1987.
“Calleri era un appassionato di calcio, con idee chiare e precise. Insieme al fratello e a Bocchi presero la Lazio e furono fondamentali per la vita e per la storia della società. Se ne va un personaggio che non va assolutamente dimenticato, che ha fatto tanto per il club e per tutto il mondo del calcio”.
Che presidente era Gianmarco Calleri?
“Caratterialmente era una persona burbera, ma negli affari era molto attento. Ha tenuto in piedi e con ottimi risultati un club che viveva una situazione di difficoltà. E poi, insieme al fratello ha avuto una grande intuizione, poco comune ai presidenti di oggi”
Quale?
“Quella di programmare e di farlo con intelligenza. Loro si occuparono dell’aspetto economico e dal punto di vista sportivo si affidarono ad una persona estremamente competente come Carlo Regalia, che era uno dei migliori Direttori Sportivi dell’epoca. Fu una grande mossa, in controtendenza con quello che accade oggi. Nel calcio di oggi vediamo presidenti che si affidano poco ai loro ds, mentre Calleri, che era stato calciatore e che quindi capiva tantissimo di calcio, fu abile a mettersi da parte e ad affidare la gestione tecnica del club. Mostrando lungimiranza”.
Qual’era la sua dote migliore?
Il suo rapporto?