Cina, il piano di pace non convince Sannino: c’è preoccupazione

Il segretario generale del Servizio Europeo, Stefano Sannino, ha voluto ribadire il suo pensiero in merito al “piano di pace” proposto dalla Cina. Lo ha fatto rilasciando una intervista ai microfoni del ‘Corriere della Sera’

Parla Sannino
Il segretario generale del Servizio europeo, Stefano Sannino (Ansa Foto) Notizie.com

Un piano di pace, quello proposto dalla Cina, che non convince molti addetti ai lavori. Ovviamente ci stiamo riferendo al documento in cui sono presenti 12 punti salienti per far terminare la guerra da ambo le parti. I russi sono d’accordo su tutto, tranne che sull’ultimo punto. Altri, invece, in più di uno. Come lo ha voluto far sapere anche il presidente degli Stati Uniti d’America, Joe Biden, nel corso della sua conferenza stampa che ha tenuto a Washington. Oltre al numero uno americano bisogna aggiungere anche il pensiero dell’uomo inquadrato in foto.

Si tratta del segretario generale del Servizio europeo, Stefano Sannino. Quest’ultimo, in una intervista rilasciata al ‘Corriere della Sera‘, ha fatto capire chiaro e tondo di non essere affatto d’accordo con quello che hanno proposto dal Paese asiatico. In merito a questo “piano di pace” che non convince granché. Queste sono alcune delle sue parole in merito: “L’Ue ha dimostrato forza, ha reagito in modo determinato assumendosi le proprie responsabilità di fronte alla guerra scatenata dalla Russia in Ucraina, dimostrando il pieno sostegno a Kiev“.

Il piano di “pace” della Cina non convince Sannino

Piano di pace cinese
Il segretario generale del Servizio europeo, Stefano Sannino (Ansa Foto) Notizie.com

In merito a questa vicenda ci ha tenuto a ribadire: “Non so se possiamo parlare di un piano di pace. È piuttosto un documento che riflette una serie di posizioni peraltro già conosciute“. Nel frattempo Kiev continua a fare le sue proposte all’Unione Europea: ovvero quello di chiedere più armi e munizioni per affrontare questo conflitto che ha superato il primo (triste) anniversario. “L’Unione Europea si muove su una strategia che si articola in tre direzioni. Primo, dare a Kiev subito le munizioni di cui ha bisogno ricorrendo agli stock degli Stati. Secondo, accelerare la produzione di munizioni aggregando la domanda per rifornire gli stock. Terzo, rafforzare la capacità di produzione dell’industria militare europea.

L’Ue non è stata concepita e strutturata come un’alleanza militare ma può offrire, e lo sta facendo, un contributo essenziale alla sicurezza nel mondo“. Non ha nascosto che c’è molta preoccupazione in Ue: “Siamo esposti alle mire russe e la regione separatista della Transnistria potrebbe creare problemi molto significativi. Stiamo sostenendo la Moldavia in modo forte dal punto di vista economico, militare, amministrativo e politico con la concessione dello status di candidato all’Ue. La prossima riunione della Comunità politica europea, con oltre 40 leader, sarà a Chisinau in giugno: si tratta di un segnale importante“.

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