Ruby, dopo la fine del processo, rivela qualche anticipazione del suo libro e parla del primo incontro con Silvio Berlusconi ad Arcore.
Proprio nella giornata di ieri è arriva la definitiva assoluzione non solo dell’ex Premier Silvio Berlusconi, ma anche di Karima El Mahroug, meglio conosciuta come la Ruby del processo a Silvio Berlusconi, che a poche ore dalla sentenza, ha deciso di togliersi qualche sassolino dalla scarpa.
“Ho fatto la ragazza immagine, la cubista, la panettiera e la venditrice ambulante, a partire dai miei 9 anni, la bagnina, senza saper nuotare, l’estetista, senza aver alcuna qualifica, ho frequentato la casa del presidente Berlusconi, ho dormito molte notti su una panchina, sono scappata da 18 comunità . Ho camminato pericolosamente sull’orlo di un burrone, avrei potuto cadere e non sono caduta. Avrei potuto fare la prostituta, ma non l’ho fatto” ha rivelato la giovane proprio in una sua lunga intervista, riportata da Leggo.it.
La giovane è infatti in procinto di pubblicare il suo primo libro e per l’occasione fa conoscere qualche piccolo particolare anche su i suoi primi incontri ad Arcore con il leader di Forza Italia, scopriamo cosa ha raccontato.
Sarà certamente piena di colpi di scena la biografia dell’ormai famosa Ruby, il titolo è proprio Karima ed è stata scritta da Raffaella Cosentino e dalla stessa Karima El Mahroug: dalle anticipazioni anche il racconto del primo incontro con l’ex Premier Berlusconi.
“Il Presidente mi offrì il posto accanto a lui e gli occhi addosso delle altre ragazze un po’ mi mettevano in imbarazzo. Iniziò la cena e mi fu chiesto di presentarmi: avevo la risposta già collaudata: Mi chiamo Ruby Hayek, sono metà egiziana e metà brasiliana, ho ventiquattro anni. Mia madre è una cantante molto famosa in Egittò” queste le parole della giovane proprio su quel primo incontro che ha poi dato il via a quello che per tanti anni è stato conosciuto proprio come il processo Ruby.
Ma nel suo libro, spazio è stato dato anche alla sua infanzia e anche alle violenza che per troppo tempo ha subito dal padre, un uomo alla fine rivelatosi violento, in modo del tutto inaspettato: “Le botte erano la soluzione per ogni cosa; non erano un gesto d’ira, uno schiaffo perché perdi la pazienza. Erano un disegno, un crescendo, non si esaurivano, finché non era qualcuno ad intervenire”. A colpire in particolare è uno degli episodi che lei stessa ha raccontato: “Mi prese tirandomi per i capelli e infilò la mia testa nel water, affondando il mio viso sui miei bisogni e tirando poi lo sciacquone. L’umiliazione fu profonda”.