La Verità, Caso Donzelli-Delmastro: Fdi fa quadrato

Sui due meloniani si scatena la bufera politica e la Procura di Roma apre un’inchiesta. Il vicepresidente del Copasir: «Non ho violato segreti»

Fratelli d’Italia è schierata compatta a difesa di Giovanni Donzelli e Andrea Delmastro: i due protagonisti della polemica politica di queste ore possono contare sul sostegno incondizionato dei colleghi di partito, e la stessa Giorgia Meloni non ha alcuna intenzione di scaricare i due esponenti del suo «cerchio magico». «L’intervento di Donzelli alla Camera», dice alla Verità un big di Fdi, «era chiaramente concordato, del resto Giovanni ha letto un foglio, non ha improvvisato nulla. La linea era quella: attaccare la sinistra che va a solidarizzare con un criminale. Ora l’opposizione ci marcia, ma il punto è questo». «Donzelli e Delmastro rimangono al loro posto», conferma il capogruppo di Fdi alla Camera, Tommaso Foti, al giornale radio Rai. Andrea Delmastro, sottosegretario alla Giustizia e titolare della delega al Dap, ha ammesso di aver fornito a Donzelli, con il quale condivide l’appartamento a Roma, le informazioni sui colloqui in carcere tra l’anarchico Alfredo Cospito e alcuni boss della criminalità organizzata. Colloqui citati poi da Donzelli nel suo intervento dell’altro ieri, intervento ora al centro di un’inchiesta della Procura di Roma, che ha aperto un fascicolo per le ipotesi di reato di rivelazione e utilizzazione di segreto d’ufficio. Un atto dovuto, quello dei pm capitolini, conseguente a un esposto presentato dal parlamentare dei Verdi Angelo Bonelli.

I due deputati
I due esponenti di Fratelli d’Italia nell’occhio del ciclone Donzelli e Delmastro (Ansa Notizie.com)

Quello che dovrà essere appurato è solo e soltanto in che misura le circostanze citate in Aula alla Camera da Donzelli fossero coperte da segreto, poiché Delmastro si è già assunto la responsabilità di aver informato Donzelli dei colloqui tra Cospito e i boss. «È stata una richiesta orale, non a casa, in ambito parlamentare», dice Delmastro a proposito delle informazioni fornite al collega di partito, «io non sapevo che Donzelli voleva fare l’intervento. Donzelli mi ha fatto una domanda e io ho risposto. Non sapevo a cosa servisse quella richiesta. Posso garantire che a qualunque deputato, ma anche a qualunque amico, se è legittimo che io risponda, do una risposta.

“Tutti i deputati mi vengono a chiedere cose e documenti…”

Il momento
Il momento in cui Donzelli attacca il Pd su Cospito in Parlamento (Ansa Notizie.com)

Quei documenti», aggiunge Delmastro, «non erano secretati e quello emergerà. Questa è una verità incontrovertibile. Tutti i giorni i deputati mi vengono a chiedere delle cose su documenti e se io so che non sono secretati rispondo. Era un’informativa che riguardava le osservazioni in carcere, non erano né intercettazioni né captazioni, tantomeno in inchieste. Se il governo sa delle cose che non sono secretate e il Parlamento le chiede il governo risponde. È una regola aurea». Sull’inchiesta dei pm di Roma Delmastro è sereno: «La Procura di Roma ha aperto un fascicolo? Certo», commenta il sottosegretario alla Giustizia, «qualcuno è andato in Procura dicendo che erano intercettazioni, captazioni ambientali. E allora per forza poi è costretta. Immagino che mi sentirà, credo e spero, e dirò che non sono intercettazioni e captazioni ambientali e si chiuderà il fascicolo».

Donzelli ha affidato al Corriere della Sera la sua difesa: «Quelle che ho riferito», argomenta Donzelli, «non erano intercettazioni, ma una conversazione captata in carcere e inserita in una relazione del ministero della Giustizia del cui contenuto, in quanto parlamentare, potevo essere messo a conoscenza. Non ho violato segreti. Non mi hanno dato nessun documento riservato», aggiunge Donzelli, «volendo approfondire la vicenda Cospito, ho chiesto notizie dettagliate al sottosegretario Andrea Delmastro». Un piccolo caso interno a Fdi in realtà c’è, e vede protagonista il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli, che nel presiedere la seduta dell’altro ieri non ha ritenuto di intervenire quando il deputato di + Europa Riccardo Magi ha definito Donzelli «un analfabeta istituzionale»: «La presidenza non ha ritenuto l’affermazione ingiuriosa quindi non è intervenuta», ha detto Rampelli, che poche settimane fa ha subito l’ennesimo smacco da parte del «cerchio magico» meloniano. Donzelli infatti è stato nominato commissario della federazione Fdi di Roma, al posto del rampelliano Massimo Milani. Chi invece dice chiaramente di non condividere il comportamento di Donzelli è Giorgio Mulè, esponente di peso di Forza Italia, che presiedeva l’Aula proprio quando è esploso il caso: «Ora spetterà al Giurì d’onore», dice Mulè alla Stampa, «stabilire se e quanto le espressioni di Donzelli siano andate fuori dal seminato. 

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