Il segretario del Partito Socialista, a 23 anni dalla morte di Bettino Craxi: “La storia andrà riletta. Pronti agli stati generali del Partito Socialista”
Il 19 gennaio del 2000 moriva Bettino Craxi, storico leader del Partito Socialista italiano e uomo di spessore della prima Repubblica. Enzo Maraio, segretario del Psi, ricorda la figura di Craxi e svela i prossimi passi del partito. Tra la rilettura del passato e i nuovi stati generali del partito.
Enzo Maraio, oggi è una data che tutto il mondo socialista italiano ricorda: 23 anni fa moriva Bettino Craxi.
“Il primo pensiero va ad un grande statista italiano, al quale tutti dobbiamo riconoscere le grandi riforme del Paese. Un politico di spessore, con la capacità di unire modernità e visione politica. A lui è legato l’ultimo periodo in cui funzionava il sistema politico italiano: c’era una centralità dei partiti e lui ha incarnato il suo ruolo alla grande, con un forte senso delle istituzioni. Tutte le conquiste italiane nascono in quel periodo: con Craxi eravamo la quinta potenza mondiale a livello economico, avevamo un ruolo da protagonista a livello internazionale e in sede di politica interna facevamo la nostra bella figura. Ha fatto tante cose per il Paese ed è stato ripagato in malo modo nell’ultimo periodo della sua vita.
Sta cambiando il pensiero su Craxi?
“Siamo convinti che sia stata avviata una stagione che rimetterà a posto tante cose. Oggi molti politici stanno facendo ammenda, rileggendo un periodo storico e un personaggio che ha dato tanto alla politica italiana”.
Quanto manca una figura come Bettino Craxi alla politica italiana?
“Manca molto. In quanto interprete di un periodo in cui funzionavano sia i partiti, che la politica. Con la sua morte si è avviato il vero populismo in Italia, che nacque con Tangentopoli. Con la fine della prima Repubblica, il populismo giudiziario e manettaro ha aperto le piazze, e avviato una stagione storica che ha portato ai disastri di oggi: alla politica dei partiti fai da te e personalistici. I partiti senza storia e tradizione, che hanno messo in crisi il sistema politico”.
Cosa ha dato Craxi alla politica italiana?
“Tanto, e oggi manca una figura così, che rappresentava politici che sapevano guardare al futuro delle giovani generazioni e che sapevano leggere le dinamiche politiche interne e internazionali, delle quali forse oggi si avverte l’assenza. Per l’incapacità di un sistema politico che non sa fare emergere merito e competenza. Quella è stata una stagione politica straordinaria per il Paese.
Per quale ragioni il Partito Socialista, dopo l’addio di Craxi, non ha vissuto un altro periodo di splendore?