Qatargate, sono stati resi noti tutte le informazioni necessarie che riguardano i traffici tra Antonio Panzeri ed il Paese del Medio orienteÂ
Arrivano nuove ed importanti novitĂ che riguardano lâinchiesta âQatargateâ. Probabilmente una di quelle che hanno fatto molto rumore nel corso degli ultimi anni. Protagonista lâex eurodeputato, Antonio Panzeri. Questâultimo, insieme ad altri indagati (tra questi Eva Kaili e Francesco Giorgi) è ancora in carcere. A gennaio del nuovo anno dovrĂ riapparire davanti al giudice del tribunale di Bruxelles per questa vicenda che lo vede indagato per corruzione. Nel frattempo Giorgi continua a puntargli contro il dito. Non solo: continua a scaraventargli addosso accuse pesantissime.
Il compagno dellâoramai ex presidente del Parlamento Europeo, nel corso dellâultimo interrogatorio, ha parlato di come venivano effettuati i traffici. Ancor prima che venisse fondata la âFight Impunityâ, ovvero la ong di Panzeri. Il tutto nato solamente per cercare di dare giustificazione formale ai soldi versati, dallo stesso ex appartenente del Pd, dai governi di cui si faceva portavoce. Si tratta del: Qatar, Marocco e Repubblica Islamica della Mauritania. Tutto ha avuto inizio nel 2019. Le cifre non le ricorda esattamente (come riportano i pm belgi). I pagamenti, però, avvenivano in contanti.
La cosa certa è che il flusso di banconote rendeva âprofessionaleâ lâattivitĂ creata dallo stesso Panzeri. In modo tale da effettuare una copertura che non destava alcun tipo di allarme. Dal Paese africano Panzeri avrebbe ricevuto 25mila euro. A gestire i contatti con il governo mauritano è la Dmag, la delegazione per i rapporti con il Maghreb. Tra lâaltro guidata da Andrea Cozzolino.
Guarda caso colui che eredita Giorgi come assistente da Panzeri. La conferma arriva anche dallâinterrogatorio della Kaili. La stessa, però, ha sempre fatto sapere di essere allâoscura di tutto. Tanto da non sapere da dove fossero usciti tutti questi soldi. Parole diverse di Giorgi che, in un primo momento, voleva scagionarla. Salvo poi cambiare idea. Affermò che la compagna non faceva parte dellâorganizzazione, ma sapeva che i soldi arrivavano dallâattivitĂ di lobbing sotterraneo.