L’ex capitano della Lazio, è un amico dell’attuale tecnico dell’Argentina: “Si vedeva che era destinato a lasciare il segno. Ecco il suo pregio più grande”
Cristian Ledesma, possiamo dire che la finale tra Argentina e Francia è stata una delle partite più belle che si sono viste in un Mondiale?
“Per chi l’ha vista con occhi disinteressati si. Per chi era tifoso dell’Argentina è stata, ad un certo punto, una tragedia. Ma che si è conclusa con una gioia straordinaria. Diciamo che ora che è finita, è tutto bellissimo. La partita è stata bella e spettacolare, cosa inusuale per una finale”.
Questo Mondiale rappresenta la consacrazione di Messi?
Quando giocavate alla Lazio lei e Scaloni avevate un rapporto molto stretto. Ha avuto modo di sentirlo dopo la finale?
“Gli ho mandato un messaggio per ringraziarlo e fargli i complimenti. Non volevo disturbarlo ora. Ci sarà tempo per sentirci e festeggiare insieme”.
Quanto le ha fatto piacere vederlo raggiungere la vetta del mondo a livello calcistico?
Quando giocavate, si aspettava che potesse diventare allenatore?
“Questa domanda me l’hanno fatta anche per altri miei ex compagni, e spesso ho detto di no. Per Lionel si. Era malato di calcio, attento ad ogni particolare. Sapevo che sarebbe diventato un grande allenatore. Si è seduto sulla panchina dopo Sampaoli, sembrava dovesse rimanerci poche gare, invece ha fatto benissimo. E insieme al suo staff ha portato avanti un cambio generazionale perfetto. Oltre ad aver vinto, si è fatto carico di un momento difficilissimo per la nazionale argentina, insieme a Samuel e Aimar.
Cosa si aspetta ora da Messi? Lascerà la nazionale o continuerà?