Matias, il piccolo genio: la storia raccontata dalla madre

La storia del piccolo genio Matias è stata raccontata dalla madre e diffusa dalla ‘Fondazione Inclusione Salute e Cura Roma Litorale”.

Matias ha 6 anni, ma la sua storia è davvero incredibile. Stiamo parlando di un bambino con un quoziente intellettivo di 150, ma, nonostante questo, la Fondazione Inclusone Salute e Cura Roma Litorale, lo ha descritto come “prigioniero della genialità, un fenomeno molto più diffuso di quanto si pensi“.

Matias piccolo genio
La storia del piccolo Matias è stata raccontata dalla madre – Notizie.com – foto screenshot Twitter

E la storia di Matias è stata raccontata dalla madre. “A 6 mesi camminava, a 9 mesi saliva le scale, a 2 ani parlava e contava fino a 200, a 3 anni leggeva, a 5 anni calcolava le radici quadrate“, ha detto Laura. Nonostante queste qualità straordinarie, il piccolo Matias ha sviluppato “la sindrome del disturbo dello spettro autistico ad alto funzionamento“. Questo significa che il bambino ha delle difficoltà “nell’uscire dalla routine quotidiana e a gestire situazioni in cui potrebbe essere stimolato in modo eccessivo, anche un luogo molto illuminato e affollato“.

La mamma Laura: “Ha cominciato a parlare facendo calcoli matematici”

A raccontare la storia dei piccolo Matias è stata la mamma. “Ha cominciato a parlare facendo calcoli matematici – ha spiegato Laura citata da Il Messaggeroparlava solo di numeri e forme geometriche, a poco più di tre anni leggeva. Non lo abbiamo mai stimolato a eccellere o bruciare le tappe, certamente all’inizio eravamo contenti, ma abbiamo capito subito che c’era qualcosa che non andava. In vita sua ha visto solo un cartone animato, Unizoomi, che trattava figure geometriche e matematica“.

Fondazione Roma
La Fondazione Inclusone Salute e Cura Roma Litorale è stata fondamentale per Matias – Notizie.com – foto Facebook –

Il problema era la sua iperattività – ha aggiunto la madre – ma era un modo di manifestare un disagio, una frustrazione per essere così diverso. Era lo specchio del suo disagio e aveva crisi di rabbia molto forti: si buttava per terra, era aggressivo verso se stesso o gli altri“. Ora però la situazione è migliorata: “Sicuramente va molto meglio. Fa ippoterapia, è seguito dalla Fondazione, fa scuola calcio, possiamo anche variare la sua attività quotidiana con un certo anticipo“.

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