Var, parla Tagliavento: “Dannosa se gli arbitri fanno i RIS dei carabinieri…”

L’ex direttore di gara, ora vicepresidente della Ternana, ha parlato in esclusiva a Notizie.com. La tecnologia non ha cancellato le polemiche per gli episodi discussi. 

L’introduzione della Var avrà pure aiutato gli arbitri, ma non ha spento di certo le polemiche. Quelle resistono sempre dopo ogni singolo turno di campionato. La questione riguarda l’applicazione del regolamento e quelle zone grigie in cui è impossibile cancellare totalmente l’interpretazione.

Paolo Tagliavento
Paolo Tagliavento ha parlato in esclusiva a Notizie.com (Ansa Foto)

Le ultime discussioni sono nate durante la partita tra Verona e Juventus: due episodi dubbi nell’area di rigore bianconera, il primo rigore non assegnato da Di Bello (fallo di mano di Danilo), il secondo cancellato dopo l’on field review (il contatto tra Bonucci e Verdi). L’ex arbitro Paolo Tagliavento, ora vicepresidente della Ternana, ha parlato in esclusiva a Notizie.com per fare il punto sulla Var. Al di là di quelle che sono state le azioni incriminate di ieri: “Sono impegnato su più fronti con la Ternana, non ho visto la partita quindi preferisco non esprimermi in merito. Darei soltanto un’opinione gratuita, prima di parlare sono abituato a verificare e constatare le cose mettendoci la faccia”. Tagliavento spiega però il suo punto di vista sulla Var, introdotta proprio nel suo ultimo anno di carriera arbitrale: “È qualcosa di straordinariamente importante, però va utilizzata in una certa maniera. Il mio ultimo anno è stato il primo per la tecnologia. Sono sincero, avevo dei grandi dubbi all’inizio, però poi sono bastati 20 minuti per capire le sue grande potenzialità”.

L’ex arbitro Tagliavento: “Var utile, ma non si deve abbassare il livello di attenzione”

Paolo Tagliavento
L’ultimo anno come arbitro di Paolo Tagliavento è stato il primo per la Var in Serie A (Ansa Foto)

Tutto sta nell’utilizzo che ne si fa, insomma. “Va usata correttamente, se lo si fa invece come se ci fossero i RIS dei carabinieri allora il discorso cambia e diventa dannosa. Penso che si debba intervenire solo per gli errori grossolani, quelli che sbagliando possono cambiare il risultato di una gara. Non per un cavillo o per il minimo dettaglio, va applicata su cose oggettive. L’aspetto del fuorigioco è stato risolto al 100%, dove persiste l’interpretazione andrebbe utilizzata solo per gli errori macroscopici”. È dura, la vita da arbitro: “Solitamente un arbitro è abituato a fare il trapezista, conclude Tagliavento. “Io l’ho fatto per 15 anni. Se uno sbaglia, cade e si fa male. Ma se fai l’esercizio e hai la rete sotto che ti salva la vita, si può lavorare sicuramente in maniera più tranquilla. L’unica cosa: non vorrei si arrivi a una tranquillità tale che possa comportare un abbassamento del livello di attenzione. È una mia considerazione, non vuole dire che questo avvenga e che rispecchi la realtà”.

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