Amazon congela le assunzioni, Twitter licenzia: l’inverno delle Big Tech

Inflazione, rallentamento della crescita, crisi internazionale, aumento del costo del lavoro, riflessi del post-pandemia

In casa Twitter Elon Musk vuole sforbiciare il 50% dei dipendenti, lasciando a casa 3700 persone su 7500. Il New York Times ha visionato la copia di una mail inviata nei giorni scorsi ad alcuni dipendenti. Il messaggio ordinava loro di andare a casa giovedì e di non tornare in ufficio venerdì, giorno in cui diventano operativi i primi tagli al personale. Oggi.

Amazon ed Apple sorridono sempre di più
Logo Amazon (Ansa Foto)

Opendoor, società tecnologica che sviluppa nuove soluzioni per il settore immobiliare (in gergo proptech), appena due giorni fa ha annunciato il licenziamento di 550 persone, il 18% del totale. A fine ottobre si sono aggiunte all’elenco delle società tecnologiche che tagliano posti di lavoro anche Lyft (mobilità) e Stripe (pagamenti). I co-fondatori di Lyft John Zimmer e Logan Green hanno fatto sapere giovedì scorso che la società taglierà il 13% del personale, quasi 700 posti di lavoro. Lyft ha più di 5.000 dipendenti, esclusi i conducenti.

La società a luglio ha licenziato già 60 persone e in precedenza aveva indicato di aver pianificato di rallentare le assunzioni e ridurre i budget in alcuni dipartimenti. Sulla stessa linea anche Stripe, il management giovedì ha comunicato un taglio del 14% del personale. Opendoor, società tecnologica che sviluppa nuove soluzioni per il settore immobiliare (in gergo proptech), ha annunciato appena due giorni fa il licenziamento di 550 persone, il 18% dell’azienda. “Prima di oggi, abbiamo ridotto la nostra capacità di oltre 830 posizioni, principalmente riducendo le risorse di terze parti, ed abbiamo eliminato milioni di spese fisse” ha fatto sapere ai dipendenti il co-fondatore e CEO Eric Wu. Sempre giovedì, Dapper Labs, che crea token non fungibili dai contenuti della National Basketball Association e della National Football League, ha dichiarato che avrebbe licenziato il 22% del personale.

Le grandi aziende Big Tech fanno i conti con la realtà

L'azienda
La sede di Amazon (Ansa)

Nelle scorse settimane alla ribalta della cronaca erano salite le scelte di Microsoft, Alphabet, la controllante di Google, e di Meta, che, a modo loro e con una comunicazione che deliberatamente sceglie di non usare il termine “licenziamenti”, stanno per mettere alla porta un bel numero di dipendenti. Mille per quanto riguarda la società di Redmond. Palo Alto è alle prese con un piano di razionalizzazione delle risorse e di riorganizzazione interna: un taglio dei costi previsto del 10%. Google ha invitato alcuni dei suoi dipendenti a cercare un’altra occupazione all’interno dell’azienda. Snap alla fine di agosto ha annunciato un taglio del 20% del personale (dopo aver aumentato il numero dei dipendenti del 65% dalla fine del 2020): 1300 persone.

HelloFresh, il più grande fornitore di kit per pasti negli Stati Uniti, ha tagliato 611 lavoratori e a ottobre ha chiuso un impianto di produzione in California. Beyond Meat (carne a base vegetale) ha annunciato che licenzierà il 19% della sua forza lavoro. La società di valutazione immobiliare Clear Capital ha annunciato piani per tagliare il 27% della sua forza lavoro globale (circa 378 dipendenti). Oracle sta licenziando 201 dipendenti. Anche Intel potrebbe tagliare più di 22.000 dei suoi 113.700 dipendenti (circa il 20%). E ci sono anche i tagli di Peloton (800 lavoratori), Coinbase che quest’estate ha licenziato il 18% del suo personale e Robinhood che ha tagliato il 9%

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