Biometano, il progetto che ha diviso ambientalisti e politica

Un metro cubo all’ora, la disputa che va avanti da anni sul territorio turistico di Bellamagna a Pozzallo: questa mattina il ritrovo al Tribunale di Palermo

Da tre anni va avanti la vicenda che vede contrapposti i Comuni di Modica Pozzallo e, con essi, imprenditori delle rinnovabili, parte del mondo ambientalista e un comitato di cittadini. Come riporta meridionews.it, nella disputa c’è il progetto per la realizzazione di un impianto di produzione di biogas.

La realizzazione dell’impianto è stata fortemente voluta da Biometano Ibleo, impresa amministrata da Michele Leocata. L’intento è quello di sfruttare circa 60mila metri quadrati in contrada Bellamagna, area che ricade nel territorio di Modica ma che si trova a poche centinaia di metri da Bosco Pisana, che appartiene al territorio di Pozzallo. Per tale motivo il primo Comune ha avallato l’idea del progetto, mentre il secondo ha optato per una battaglia legale.

Pozzallo biometano
Pozzallo

La prima causa è terminata con una sentenza a favore della Biometano Ibleo, nello scontro con il Consorzio stradale di Bellamagna-Zimmardo – soggetto che raduna i proprietari dei terreni  della zona e che si occupa della manutenzione delle strade che li attraversano. L’azienda ha avuto la possibilità di rivolgersi direttamente allo Sportello unico attività produttive grazie alla capacità produttiva dichiarata dall’impresa: 449 metri cubi all’ora, uno in meno rispetto alla soglia sopra alla quale ci sarebbe stato bisogno di un percorso amministrativo più complesso.

In merito alla vicenda, il dipartimento di Ingegneria elettrica, Elettronica e Informatica, con uno studio del professore Giuseppe Mancini, ha stabilito «la sostanziale correttezza e plausibilità dei calcoli di produttività dell’impianto in base al piano di alimentazione previsionale» specificando ad ogni modo che, previsioni a parte, «la soglia di riferimento che fa da spartiacque sulla procedura autorizzativa è invece univocamente garantita dal sistema di controllo e misura (fiscale) quantitativa e qualitativa del biometano immesso in rete».

Una vicenda nella quale non vi è la massima trasparenza, stando a quanto riferito dagli abitanti di zona, tanto che Corrado Rizzone, uno dei firmatari del ricorso principale che poi ha deciso di proseguire la propria battaglia in autonomia: possiede circa 70 ettari coltivati a ulivo e carrubo e si sta battendo per la preservazione di Bellamagna.

Un’altra vicenda che ha a che fare con il progetto biometano, è quella legata al sindaco di Pozzallo Roberto Ammatuna Rossana La Duca. Il tema della realizzazione dell’impianto ha portato numerosi confronti fino allo scioglimento del circolo di Legambiente, visti i pareri diversi che si dividevano tra chi vedeva di buon occhio il progetto e chi lo reputava una minaccia per l’ambiente. Nel corso di una delle tante riunioni svoltesi in paese, nel 2020, si sarebbe palesata Rossana La Duca. La donna, 52 anni, nel 2017 è stata arrestata nel blitz Dirty Oil ed è attualmente a processo perché accusata di avere avuto un ruolo nell’ingente giro di contrabbando di gasolio che avrebbe visto protagonisti soggetti libici, maltesi e italiani, alcuni dei quali vicini alla criminalità organizzata. A fare il nome di La Duca è stato il primo cittadino di Pozzallo, nel corso di un’audizione davanti alla commissione regionale Antimafia.

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