Bassetti: “Vaiolo e gay? Faccio il medico non sociale, agire subito anche se è tardi”

L’epidemiologo: “Attacchi gratuiti da comunità, siamo un paese ignorante con battute di basso livello. Non voglio mettere stigma ma sono dati. Ministero in confusione”

Il nuovo vaiolo e i gay? Ma che vi devo dire, io faccio il medico, ho i dati, se si infettano di più le donne sotto i 25 anni e gli omossessuali maschi giovani, lo dico, non mi metto a fare costume o occuparmi di sociale. Sono un medico e ai numeri mi attengo, ma le comunità l’hanno presa sul personale, facendomi degli attacchi gratuiti e senza senso, non ci sono più parole…“. E’ sconfortato Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive al Policlinico San Martino di Genova, in questi giorni si trova negli Stati Uniti per gli ultimi giorni di vacanza e Notizie.com l’ha intercettato dopo quanto ha scritto su Facebook.

Il professore
Matteo Bassetti, direttore della clinica di Malattie Infettive al Policlinico San Martino di Genova (foto Ansa)

Mi preoccupa la velocissima diffusione che ha questa infezione che tutti, erroneamente, superficialmente e in modo erroneo chiamano vaiolo delle scimmie.  Stiamo probabilmente riscontrando dei dati, anche se non tutti i casi, ma solo una parte, moltissime persone che hanno delle lesioni, che vengono scambiate con altre persone. Ci sono 25.000 casi in 80 paesi del mondo, un’evoluzione di 2000 casi al giorno che saliranno ancora di molto è preoccupante. E’ un’infezione che si può trasmettere per contatto diretto, via sessuale, col 95% dei maschi tra i 20-40 anni, omossessuali e in parte anche bissessuali.

“Per favore non chiamiamolo più vaiolo delle scimmie, ormai da anni p un’infezione umana. L’Oms dovrebbe dargli un nome diverso: nuovo vaiolo, o della pelle o dei genitali”

Covid
Covid, parametri in crescita © Ansa

E’ preoccupato il professore Bassetti, non riesce a darsi pace per la grande confusione che c’è in giro attorno a questa nuova malattia: “La primissima cosa da fare è mettere all’allerta, tracciando un profilo epidemiologico e stare attenti, usare il preservativo, evitare contatto diretto, con soggetti potenzialmente contagiosi, e offrire la vaccinazione. Tanta ignoranza sul tema.

“C’è stato un problema ideologico, quando feci la mia prima osservazione, sulle persone omosessuali e sulla facilità con cui si infettavano, fui attaccato da movimenti gay, attacchi gratuiti, ma siamo medici e portiamo dati epidemiologici, se le infezioni colpisce di più donne sotto i 25 anni e colpisce di più gli omosessuali maschi giovani, lo dico senza paura perché sono dati che un medico ha a disposizione, non facciamo costume o sociale. C’è stato un errore clamoroso su come si è intervenuti, è tardi ormai, ma bisogna intervenire con comunità gay cercando di parlare senza mettere nessuna stimma, ma tentando di aiutare e consigliando fare sesso sicuro e fare la vaccinazione, altrimenti rischia davvero di diventare un grande problema”

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