La Corte Europea ha respinto il ricorso di Schettino contro la sentenza a 16 anni di carcere. L’avvocato Senese ai nostri microfoni: “Non ci aspettavamo una sentenza simile”.
Respinto il ricorso di Francesco Schettino contro la sentenza a 16 anni di carcere per la tragedia della Costa Concordia. Come riportato da TgCom24, la Corte europea dei diritti umani ha rigettato la richiesta avanzata dai suoi legali di una revisione del processo per sintomi di iniquità.
Gli avvocati dell’ex comandate della Costa Concordia, infatti, avevano puntato il dito anche su una campagna mediatica che avrebbe condizionato il processo, in particolare quello di primo grado. E da qui la decisione di ricorrere alla Corte Europea.
I giudici, però, hanno rigettato il ricorso e confermato la sentenza di terzo grado emessa nel maggio 2017. Ma la battaglia degli avvocati di Schettino non è assolutamente finita qui e in futuro ci saranno altre mosse per provare ad avere una revisione del processo.
L’avvocato di Schettino a ‘Notizie.com’: “Ci sono molte cose che non tornano”
La redazione di Notizie.com ha contattato Saverio Senese, uno degli avvocati di Schettino, per commentare questa sentenza e capire quali saranno le prossime mosse per cercare di arrivare ad una revisione del processo.
“La cosa che trovo sorprendente in questa vicenda – ha detto l’avvocato Senese ai nostri microfoni – è che in un primo momento avevano dichiarato ammissibile il ricorso, poi dopo l’anniversario hanno cambiato idea. Sono davvero molto perplesso. Inoltre, è una decisione che abbiamo saputo solamente ora, ma pare che il provvedimento fosse di gennaio. Noi non abbiamo mai ricevuto niente e in 45 anni di carriera una cosa simile non mi è mai capitata“.
E sulle prossime mosse il legale di Schettino ha detto: “Ancora non abbiamo deciso nulla. Vedremo cosa fare nei prossimi giorni e intanto stiamo aspettando la decisione della Corte di Cassazione sulla decisione della Corte d’Appello di Genova di confermare l’accusa di omicidio colposo. Se ho sentito il mio assistito dopo la sentenza della Corte Europea? Assolutamente no“.
