Tredici anni di dolori e accuse: oggi la sentenza sull’incidente di Viareggio

In quel disastro, nella notte tra il 29 e 30 giugno del 2009, morirono 33 persone, tante le commemorazioni e ancora polemiche

La sera tra il 29 e 30 giugno del 2009, tredici anni fa oggi, un treno merci deragliò poco dopo aver superato la stazione di Viareggio, in Toscana. Trasportava GPL – gas di petrolio liquefatto – che fuoriuscì da uno dei carri cisterna del treno causando un incendio e l’esplosione di tre palazzine adiacenti alla stazione. Ci furono 33 morti: 11 persone morirono subito per le ustioni o per il crollo degli edifici, altre 20 morirono in ospedale nelle settimane e nei mesi successivi mentre 2 anziani, Angela Monelli e Italo Ferrari, morirono di infarto, probabilmente a causa dello spavento dovuto all’esplosione.

L'incidente
A Viareggio nel 2009 esplose un treno nei pressi della stazione (Foto Ansa)

La Corte di appello di Firenze ha condannato a 7 anni Mauro Moretti, ex amministratore delegato di Ferrovie dello Stato e di Rete Ferroviaria Italiana, nel processo per l’incidente ferroviario tra i più gravi in Italia. Si è trattato di una conferma della condanna decisa in primo grado. La corte di appello ha anche condannato a 6 anni Michele Mario Elia, ex amministratore delegato di Rete Ferroviaria Italiana, e Vincenzo Soprano, ex amministratore delegato di Trenitalia. Oggi a Firenze ci sarà l’ultimo atto, la sentenza definitiva.

L’incidente di quella tragica notte e le cause

Il responsabile
L’ex amministratore delegato di Ferrovie dello Stato Mauro Moretti (foto Ansa)

Il treno merci 50325 Trecate-Gricignano composto da un locomotore e 14 carri cisterna contenenti GPL deragliò a 400 metri di distanza dalle banchine della stazione, a fianco delle quali era appena passato alla velocità di 90 chilometri orari, dunque sotto il limite stabilito dei 100. A seguito del deragliamento, nel primo carro cisterna si aprì uno squarcio da cui uscì il GPL, che passò dallo stato liquido non infiammabile a quello gassoso. Il GPL è un gas più pesante dell’aria, quindi non si disperde ma rimane vicino al terreno, “colando” verso la pendenza più vicina.

Gran parte del gas si riversò verso una delle due vie che corrono parallele alla linea ferroviaria. Tre palazzine esplosero e molte automobili presero fuoco. Secondo i periti della procura di Lucca, responsabile delle indagini sull’incidente, il deragliamento avvenne perché l’assile 98331 (in ambito ferroviario per “assile” si intende l’asse che congiunge le due ruote di un veicolo ferroviario) del treno merci si spezzò per una frattura causata dalla ruggine. Sempre secondo i periti della procura, la frattura avrebbe dovuto essere rilevata durante i controlli di manutenzione: nel novembre del 2008, sette mesi prima dell’incidente, l’assile era passato per l’Officina Junghental di Hannover e nel febbraio 2009 il carro cisterna era passato dall’Officina Cima di Bozzolo (Mantova), che lo aveva montato.

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