Napoli, rubò ‘Gratta e Vinci’ da 500mila euro: arriva la condanna per il ladro

Napoli, la vicenda del ‘Gratta e Vinci’ rubato che diventò sia un caso nazionale che internazionale è oramai giunta al termine. Pochi minuti fa è arrivata la condanna definitiva nei confronti del tabaccaio che tentò di scappare con il tagliando

Rubò gratta e vinci da 500mila euro, arriva la condanna
Tabaccheria Napoli (Ansa Foto)

La vicenda del ‘Gratta e Vinci’ rubato ha fatto davvero il giro del mondo. Se ne è parlato addirittura fuori l’Italia. Una notizia che ha incuriosito moltissime persone. Quasi come se si trattasse di una scena di un film comico. Anche se era tutto vero e non c’era nulla da ridere. Negli ultimi minuti è arrivata la condanna definitiva nei confronti di Gaetano Scutellaro, l’uomo che rubò e scappò con il tagliando vincente di 500mila euro sottratto ad una signora 69enne.

Per il 58enne gli aspettano ben cinque anni di carcere e 3.200 euro di multa. La sentenza è arrivata al termine di un processo celebrato con il rito abbreviato. La procura aveva chiesto una condanna a sei anni di carcere ed una multa di 5.000 euro. Il pm ha stabilito che il comportamento da parte dell’uomo è stato caratterizzato da consapevolezza, spregiudicatezza e da mancanza di pentimento. Non è finita qui visto che gli inquirenti contestano anche una tentata estorsione per la sua richiesta di ritirare la denuncia presentata al nipote della vittima.

Napoli, ‘Gratta e Vinci’ rubato: cinque anni a Scutellaro

Napoli, Scutellaro è stato scarcerato
Gaetano Scutellaro (screenshot video YouTube)

L’avvocato di Scutellaro, però, non si arrende ed ha chiesto il ricorso in appello chiedendo l’assoluzione per la tentata estorsione e l’esclusione dell’aggravante per il furto. Per entrambi i capi di imputazione è stato chiesto il riconoscimento del vizio di parziale incapacità di intendere e di volere.

Lo stesso Scutellaro aveva cercato di trovare un “accordo” con il nipote della vittima, in cambio del ritiro della denuncia nei suoi confronti. Per il magistrato si è trattato di una “minaccia implicita ed elemento costitutivo dell’estorsione”. Non è finita qui perché l’uomo ha agito grazie ad alcune “voci” che gli avevano suggerito di agire in questo modo. Una tragedia tragicomica (come l’ha definita anche il procuratore Enrica Parascandolo) è finalmente giunta al termine.

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