Il racconto shock dell’ex Inter: “Ho rischiato di smettere per un batterio”

Una vecchia conoscenza del calcio italiano ha svelato un inquietante retroscena che ne ha messo a rischio la carriera: “Se le cose fossero andate diversamente…”

Alzi la mano chi avrebbe scommesso su di lui. In molti davano per scontato che la carriera di Sime Vrsaljko sarebbe stata molto diversa. Arrivato in Italia grazie all’intuizione del Genoa, che nel 2013 lo acquistò dalla Dinamo Zagabria, il terzino mostrò tutto il suo valore nelle due stagioni con la maglia del Sassuolo. Rendimento e prestazioni che convinsero l’Atletico Madrid a puntare forte su di lui, ma l’investimento da 18 milioni di euro, col senno di poi, si rivelò sbagliato.

Sime Vrsaljko
L’ex terzino di Sassuolo e Inter, Sime Vrsaljko (Ansa)

Vrsaljko e i tanti problemi fisici: una carriera rovinata

Ha provato a rilanciarsi Vrsaljko, quando nel 2018 passò in prestito all’Inter, ma senza lasciare un segno tangibile della sua presenza. Un anno comunque fortunato per il terzino croato, che con la Nazionale concluse i Mondiali in Russia al secondo posto, perdendo solo in finale contro la Francia. Nelle ultime tre stagioni con la maglia dei Colchoneros ha totalizzato appena 35 presenze in Liga, colpa dei tanti infortuni e dei continui problemi di salute.

Vrsaljko Croazia
Vrsaljko è arrivato a giocare la finale dei Mondiali con la sua Croazia nel 2018 (Ansa)

Dopo l’operazione al ginocchio nel 2019 sono iniziati i guai per Vrsaljko. Colpa di una infezione scaturita proprio dall’intervento chirurgico. A spiegare quanto successo è stato proprio il diretto interessato: “Tutto stava andando secondo i piani, dovevo rimuovere i punti dopo l’intervento al ginocchio. Ma con me nulla scorre in modo regolare. Si è verificata un’infezione. Quando mi hanno detto quali potevano essere le conseguenze, sono rimasto basito. A 28 anni sono stato minacciato da un batterio che se si fosse complicato, in casi estremi, avrebbe potuto farmi smettere di giocare, perché è capace di divorare la carne della gamba. L’unica soluzione era un altro intervento chirurgico per evitare il peggio e una nuova pausa“.

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