Incidente A28, cugine morte investite: decisa pena per il pirata

Incidente A28, ovvero quello dove persero la vita due cugine che furono investite da un pirata della strada. Nel frattempo è arrivata la condanna per quest’ultimo

Pordenone, decisa pena per pirata che investì due cugine
Incidente A28, decisa la pena per il pirata che investì due cugine (screenshot video YouTube)

E’ arrivata la decisione ufficiale da parte del gup del Tribunale di Pordenone che ha condannato il pirata della strada che, lo scorso 30 gennaio lungo la A28, ha investito ed ucciso due cugine. Il tutto si è verificato ad Azzano Decimo, a perdere la vita Sara Rizzotto di 26 anni e Jessica Fragasso di 20. Per Dimitre Traykov sono stati decisi sette anni di reclusione per omicidio stradale, aggravato dell’omissione di soccorso e fuga dal luogo dell’incidente. Si tratta di un imprenditore bulgaro, di 61 anni, che ha provocato il tamponamento mortale.

Ha beneficiato anche dello sconto di un terzo della pena per aver optato per il rito abbreviato. Il Gup non ha riconosciuti la guida in stato di ebbrezza, proprio perché le verifiche sono state fatte a distanza di molto tempo. In questo modo non si è potuto mai sapere se l’uomo avesse bevuto prima o dopo l’incidente. Subito dopo l’incidente era scappato per i campi e poi è stato individuato nella sua abitazione, molte ore più tardi dell’incidente.

Incidente A28, sette anni al pirata che investì due cugine: rabbia familiari

Pordenone. sette anni per colui che investì le due cugine
Sara Rizzotto e Jessica Fragasso (screenshot video YouTube)

Nell’impatto sono rimaste ferite gravemente anche le due figlie piccole di una delle vittime. Traykov ha riconosciuto al padre una somma che si avvicina ai 70mila euro che si andrà ad aggiungere al risarcimento in sede civile che sarà concordato con le assicurazioni. La Procura della Repubblica aveva chiesto 7 anni e 8 mesi di reclusione.

La sentenza, però, non ha per nulla soddisfatto i familiari delle vittime ritenendo la pena “non sufficiente“. Queste, invece, sono le parole della nonna delle vittime: “Vuol dire che le loro vite valevano tre anni e mezzo“. Di tutt’altro parere, invece, la difesa che è parzialmente soddisfatta della sentenza.

 

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