Gas russo: è già emergenza in Italia? Ecco il motivo

Il tema del gas russo è estremamente caldo: si teme una riduzione consistente delle forniture già a partire da oggi. Come mai?

Putin
EPA/MIKHAIL KLIMENTYEV

L’argomento del gas proveniente da Mosca è uno dei temi più caldi legati all’invasione della Russia in Ucraina. L’Unione europea deve decidere se bloccare le importazioni di gas russo, e, stando a quanto trapelato dalle ultime riunioni dell’Europarlamento, si potrebbe trovare un accordo entro la prossima settimana. Ma per l’Italia potrebbero già verificarsi i primi problemi legati alle importazioni di gas da Mosca, in quanto la delicata situazione del Donbass potrebbe già causare una riduzione significativa dei flussi di gas. Per il Corriere della Sera, Fausta Chiesa e Fabio Savelli hanno analizzato la situazione attuale delle importazioni di gas dalla Russia, e i motivi per i quali potremmo già trovarci in uno stato emergenziale. Scopriamo meglio quali sono i motivi di questa possibile riduzione dell’importazione di gas russo.

Lo scontro tra Ucraina e Russia sul gas

Potremo capire meglio nella giornata odierna se effettivamente c’è stata una riduzione netta dei flussi di gas provenienti da Mosca. Il gestore italiano del gas proveniente dalla Russia è Snam, e il punto di arrivo del metano russo si trova a Tarvisio, in Friuli. Snam dovrà effettuare una valutazione per comprendere se effettivamente il flusso di gas rispecchia il normale andamento degli scambi oppure se si è verificata un’effettiva diminuzione a livello di quantità. Ma quali sarebbero le ragioni di tale riduzione?

È presto detto. L’Ucraina ha annunciato, nella giornata di ieri, che bloccherà un punto di transito che rende possibile il passaggio di gas proveniente da Mosca verso Austria, Romania, Slovacchia, Ungheria e Italia. Attraverso tale punto di transito, passa un terzo del gas destinato a questi Paesi europei. I motivi di tale stop? Kiev ha incolpato Mosca per quanto riguarda la difficoltà degli approvvigionamenti, in quanto “le forze di occupazione interrompono le operazioni”. Questo è quanto dichiarato dal gestore di Kiev, GT-SOU, che ha decretato lo stop del transito presso la rotta Sokhranivka.

Gas
EPA/MAXIM SHIPENKOV

La risposta di Gazprom

Se il gestore di Kiev per quanto riguarda i flussi di gas proveniente da Mosca sostiene che non si possa operare nella stazione di compressione del gas di Novopskov, in quanto si trova nel Luhansk, a causa “dell’interferenza delle forze di occupazione nei processi tecnici”, il gigante del petrolio russo Gazprom non la pensa così. La compagnia russa ha affermato che “è tecnologicamente impossibile” spostare tutto il gas, e non vi sono concreti pericoli che consiglierebbero di farlo.

È però certo che la stazione di compressione di Novopskov è occupata dai russi e dai combattenti separatisti. Tale situazione va avanti dall’inizio della cosiddetta “operazione speciale” portata avanti da Putin nella patria di Zelensky. La rotta in questione è fondamentale per l’Europa: da lì, passano circa 32,6 milioni di metri cubi di metano al giorno. E le borse non hanno preso bene questi ultimi sviluppi: i futures del mercato di Amsterdam sono schizzati oltre i 100 euro al megawattora.

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