La dott.ssa Susanna Falorni, Direttrice del reparto di pediatria e neonatologia dell’Ospedale di Grosseto, in esclusiva a Notizie.com
Lo sviluppo e la diffusione dei casi di epatiti nei bambini ha fatto lanciare l’allarme. Secondo l’Oms sarebbero oltre 160 i casi ufficiali registrati in tutto il mondo. Anche in Italia ci sono state delle segnalazioni. L’ultima riguarda un bambino di Prato, ricoverato al Bambin Gesù. Ma da cosa dipende questo sviluppo? Perchè si stanno registrando tutti questi casi? Esistono relazioni con il Covid o le vaccinazioni?
La dottoressa Susanna Falorni, Direttrice del reparto di pediatria e neonatologia dell’Ospedale di Grosseto, ha provato a fare chiarezza. “Innanzitutto vorrei tranquillizzare tutti. La prima segnalazione – dichiara in esclusiva ai nostri microfoni – è stata registrata in Scozia, poi ce ne sono state altre nel Regno Unito. La società italiana di gastroenterologia ha subito aperto un registro e contattato tutti i centri affinchè la situazione venisse monitorata. Noi abbiamo una circolare del Ministero della Salute del 23 aprile scorso, quindi molto recente, che ci segnala tre casi confermati. Uno è il bambino di Prato, che era stato portato al Bambin Gesù perchè si pensava che fosse necessario un trapianto, ma fortunatamente questa ipotesi è stata scongiurata. Altri due sono in Lombardia, ma anche in questo caso non ci sono pericoli gravi. Rispetto ai dati internazionali, in Italia stiamo abbastanza tranquilli”.
Quante segnalazioni sono state registrate in Italia?
Quali sono le cause che hanno portato alla diffusione di queste epatiti?
“Le cause possono essere di natura tossica o infettiva. E sembra che sia proprio quest’ultima quella più probabile. Se fosse stata di origine tossica l’esordio della malattia sarebbe stato molto più acuto e quindi si tende ad escludere. Non sono stati riscontrati virus epatotropi, quelli che generalmente danno le epatiti: i test li hanno esclusi. Il 40% dei casi è invece risultato positivo all’adenovirus, che generalmente provoca effetti che possiamo definire minori, come faringite, febbre, a volte sintomi respiratori, ma che si risolvono sempre senza problemi”.
La reazione, ai primi casi ha scatenato ansie.
“Lo capisco, dopo quello che è accaduto con il Covid, ma ci tengo a dire che la situazione in Italia è sotto controllo e non bisogna diffondere paura. In Italia c’è un’ottima pediatria. Siamo l’unico Paese europeo che ha una pediatria di famiglia, collegata con le pediatria ospedaliere. Quindi siamo gli unici in grado di segnalare immediatamente i casi ed agire di conseguenza”.
Quali sono i sintomi?
Esistono relazioni con il Covid?
“E’ da escludere. Sono bimbi piccoli, non vaccinati. Tutti sono stati sottoposti agli esami per capire se avessero sviluppato gli anticorpi del Covid e solo il 10 % di loro sono risultati positivi. La realtà è un’altra. Non ci sono relazioni con il Covid, ma con qualcosa che è legato alla Pandemia”.
Cioè?