Caso Gianmarco Pozzi, lettera anonima alla famiglia: le ultime

La famiglia di Gianmarco Pozzi, il ragazzo ritrovato senza vita sull’Isola di Ponza nell’agosto 2020, ha ricevuto una lettera anonima. Le ultime.

Novità importanti sul caso di Gianmarco Pozzi, il ragazzo ritrovato morto sull’isola di Ponza nell’agosto 2020. Come evidenziato dalla trasmissione Storie Italiane, la famiglia del giovane ha ricevuto una lettera anonima nella quale ci sono “illazione nei confronti del medico legale“. Ora la missiva è nelle mani degli inquirenti, che dovranno verificare se quanto scritto è vero.

Gianmarco Pozzi
La famiglia di Gianmarco Pozzi ha ricevuto una lettera anonima: le ultime (screenshot video Youtube)

Noi prendiamo le distanze da quanto viene detto nella lettera – la posizione dell’avvocato di famiglia riportata da sussidiario.net – quello che abbiamo fatto è stato richiedere accertamenti e questi si possono fare verificando eventuali contatti tra le persone indicate nella missiva. Nella lettera ci sono illazioni sul primo medico legale, che ha deciso di non fare l’autopsia ma solo una ispezione cadaverica. Se si è trattato di suicidio devono dircelo, anche perché noi abbiamo dimostrato il contrario. Ancora nessuno si ha detto come si è tolto la vita il ragazzo“.

Il nuovo appello della famiglia di Gianmarco

Padre Gianmarco Pozzi
Il nuovo appello del padre e della famiglia di Gianmarco Pozzi (screenshot video Youtube)

Attraverso la trasmissione Storie Italiane la famiglia di Gianmarco ha fatto il punto su un’indagine che ha ancora molte cose da chiarire. “Ho scritto per la seconda volta al presidente Mattarella e alla ministra Cartabia – ha detto il padre Paolo – spero che leggano queste lettere, perché in questa indagine ci sono troppi errori, per non dire orrori. Preciso che da parte mia non c’è nulla contro il pm anche perché sto vedendo che si sta impegnando e ce la sta mettendo tutta“.

La sorella ha aggiunto: “Qui ci sono troppe coincidenze e queste formano una prova. Chi sa parli“. E sulla supertestimone che ha visto il corpo di un uomo essere trasportato da una carriola la famiglia ha detto: “Non sappiamo se sia stata cercata la signora perché le parti offese nei processi penali non devono sapere nulla. Di sicuro la carriola c’era nel luogo dei fatti e questo lo abbiamo dimostrato con la nostra fotografia“.

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