Beppe Signori: “Avrei giocato a vita alla Lazio”

Continua il tour di Beppe Signori per la presentazione del suo libro “Fuorigioco, perde solo chi si arrende”, oggi a Ladispoli: “Onorato per questo affetto”.

Dopo Roma e Bologna, il tour per la presentazione del libro dell’ex centravanti Beppe Signori sbarca a Ladispoli: quest’oggi infatti l’evento si è tenuto presso il campo Angelo Sale, dove la redazione di Notizie.com era presente. Il libro è un racconto autobiografico del calvario che l’ex Lazio e Bologna ha dovuto subire negli anni, per il processo legato al calcioscommesse. Ad oggi Re Beppe, come lo chiamano a Roma i suoi tifosi, può tornare a vivere: la vicenda si è conclusa con la sua assoluzione, ma comunque non senza tormenti.

Il giocatore infatti è andato avanti senza mai fermarsi, “Per non rimanere – come più volte ha ripetuto lui stesso – nel grigiore di una prescrizione”. Che in primis non meritava lui, ma che il giocatore voleva dedicare anche alla famiglia, agli amici ed i sostenitori del mondo del calcio che non lo hanno lasciato solo. Una vicenda che lo ha segnato nel profondo, lo ha allontanato dal rettangolo verde che da sempre è il suo posto felice e lo ha anche condizionato a livello di salute. Oro però accantona finalmente i brutti pensieri ed è pronto a tornare al calcio, il suo grande amore.

Nel corso dell’evento di oggi il bomber ha, prima di tutto, ringraziato i numerosi sostenitori presenti, sempre calorosi e pronti ad intonare i cori in stile stadio. Presenti il presidente della Polisportiva Antonio Buccioni, Fabio Argentini ed Alessandro Cochi che hanno preso la parola citando inediti aneddoti. Nel racconto del calciatore non mancato parole al miele per la sua gente, quella biancoceleste e per la sua squadra del cuore, la Lazio: “Non ho collezionato trofei, ma la mia più grande vittoria è stata quando le persone sono scese in piazza per me; non ci sono scudetti che riescono a pareggiare una cosa del genere: evento unico di cui vado molto fiero“.

Tra Nazionale e club, non sono mancate incomprensioni con Sacchi prima ed Eriksson poi, ma nulla ha minato il sentimento che lo lega a questo gioco, in cui magari presto tornerà come tecnico, visto che prima del processo aveva conseguito il patentino di idoneità per allenare. A margine dell’incontro, il centravanti parla inoltre della gara più sentita della Capitale: “Quelle del derby sono sensazioni difficili da spiegare. E’ una partita a sé. La mia prima stracittadina corrisponde alla mia più brutta gara con la maglia della Lazio, talmente tanta era la pressione“. Prima di salutare ricorda un gol proprio nel derby: “La rete sotto i fumogeni? Di destro poi, che io uso solo in macchina, sensazione incredibile“. “C’è affetto reciproco con i tifosi laziali. Fosse stato per me avrei giocato tutta la vita con la maglia della Lazio“, conclude così tra nostalgia e romanticismo il re Beppe Signori.

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