Lâattore esce allo scoperto in occasione della pubblicazione della sua autobiografia e rivela situazioni imbarazzanti della sua carriera
Quello che hai sempre pensato e sospettato alla fine esce fuori e sconvolge. Diego Abatantuono, intervistato da Repubblica in occasione della pubblicazione della sua autobiografia âSi potrebbe andare tutti al mio funeraleâ, si è lasciato andare a rivelazioni shock: âA Milano pippavamo quasi tuttiâ, ha confessato. Cocaina sĂŹ, dunque, ma non eroina. âNon ho mai assunto eroinaâ, ha affermato lâattore, spiegando che nel quartiere di Milano chiamato il Giambellino âavevo visto morire troppa genteâ.
Un fiume in piena, lâattore milanese che a Repubblica rivela: âHo fatto in modo di fermarmi in anticipo, mai sullâorlo del baratro, ho sempre conosciuto me stesso e i miei limiti. Per un momento fu di moda il popper, una fialetta che credo servisse per rianimare le persone e a noi provocava un riso irrefrenabile. Ricordo una notte in diciotto dentro lo stanzino delle luci, uno sullâaltro, incapaci di fermare le risate. Sono cose che puoi fare poche volte e lo stesso accadde con la cocaina. Fu una fase di passaggio che mi aiutò a distinguereâ, ha raccontato Abatantuono al quotidiano.
Quanto allâautobiografia in uscita, ha spiegato: âCome nasce questo libro? Dalla mia casa, sempre piena di gente. Il primo titolo doveva essere âIl panno azzurroâ, quello che nella mia famiglia si mette sul petto quando uno è malato. Ma poi ho preso il verso, parafrasando Jannacci, che racconta la mia vita, un mondo di frequentazioniâ.
E parlando degli amici che compaiono nei diversi capitoli del testo, gli stessi con cui lâattore ha anche sperimentato vizi e sregolatezze, ha detto: âCâè chi si compra le macchine, chi cambia mogli, chi fa i viaggi. La mia passione è da sempre stare con i miei amici, ho sempre investito in case che ospitassero tanta gente. Quando è morta mia mamma abbiamo fatto una festa fantastica con gli amici. Sono venuti da Roma e Milano, di tutti i mestieri. Il risultato è un libro in cui ci sono le mie riflessioni ma anche i pensieri degli altri, raccolti da Terruzzi. Le interviste ai miei figli non avrei mai potuto farle ioâ. E a trarne beneficio sarĂ sicuramente il suo libro, ma la rivelazione resta e crea stupore, almeno fino a un certo punto.