Juve, torna in tendenza Allegriout: i tifosi hanno un grande rimpianto

Tifosi divisi dopo il brusco ko nella notte della rinascita, Allegriout torna in tendenza ma in molti rimpiangono una scelta del club. 

“Affondata”, e ancora “schiacciata” e “fallimento”. La Juve si sveglia ed è ancora nell’incubo, maturato ieri in un secondo tempo horror. Il Villarreal ha giocato la perfetta partita di trasferta. Ha fatto quello che forse avrebbe fatto anche Allegri. Difesa chiusa, attenzione massima, cinismo e capacità di punire gli avversari. 

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Juve, torna in tendenza Allegriout (LaPresse)

Un disegno tattico che si è trasformato in uno 0-3 pesante, nella disfatta di Allegri, nel primo obiettivo che scivola dalle sue mani in maniera così imbarazzante da aprire i processi. Colpa del tecnico? Verrebbe da dire di no. In quel suo “calma”, ripetuto come un mantra non solo in campo ma anche davanti ai giornalisti c’è la consapevolezza che qualcosa manca.

Arthur non sembra un calciatore in grado di fare la differenza nelle notti europee. Poche verticalizzazioni, in un centrocampo che invece ha bisogno di qualità, proprio quella che ha fatto la differenza nelle prime avventure del tecnico in Champions. Neanche Vlahovic è bastato, mentre in difesa Rugani è ripiombato in un attimo in quelle amnesie che non gli hanno mai fatto compiere il salto di qualità. C’è qualcosa che spinge Allegri a chiedere “calma”.

Forse il tempo di ricostruire, di blindare quei miglioramenti, magari di rivoluzionare una rosa che negli ultimi anni è stata smantellata e ricostruita più volte con tanti errori e guardando alle esigenze di bilancio. Per i tifosi però, la parola “calma” non esiste nel vocabolario, e alla Juve, che si ripete ogni giorno il suo obiettivo, l’unico che conta, e cioè vincere, quella parola fa male, e la batosta pure. 

Allegriout in tendenza, ma i tifosi sono divisi

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Gerard Moreno – Foto LaPresse

Tempo di processi, inevitabili. Non solo per l’uscita dalla Champions, ma anche per la portata del ko. Troppo duro, in un blackout che pregiudica una stagione e la posizione di molti calciatori. Allegriout torna in tendenza, e c’è perfino che rivorrebbe Sarri e magari Pirlo. A loro è stato dato meno tempo si legge, e quando le sconfitte erano figlie della loro voglia di cambiare gioco e identità ai bianconeri il loro nome finiva sul banco degli imputati, mentre oggi la colpa è più della squadra che di Allegri.

Analisi forse anche lecite, ma le differenze non mancano. Allegri ha dovuto rifondare una idea di gioco e di identità per stessa ammissione dei calciatori. Da Bonucci a Chiellini, pronti sempre a dire che si era persa quella voglia di reagire e lottare, in molti hanno ripetuto la vera differenza con le ultime stagioni. Al netto delle critiche, anche le assenze pesano. Da Chiesa a McKennie, e ancora Bonucci, Chiellini, Zakaria, forse l’unico in un centrocampo poco dinamico a strappare per fare la differenza.

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Facendo un passo indietro ci si accorge però che la colpa non è da addossare ad un solo protagonista degli ultimi anni, ma a tante scelte errate. Sul mercato, nella gestione dei tecnici contrattualizzati e sollevati, nella decisione di riportare al timone Allegri senza dargli il tempo di ricostruire basi solide per la sua idea di calcio.

Servirà quello. Tempo, e anche innesti, perché così brucia, e non è bastato Ronaldo, ma neanche Vlahovic, Allegri e tutti i protagonisti di una serie di annate molto difficili. Resta la rincorsa scudetto, forse ancora più difficile dell’ostacolo Villarreal. Poi una finale di Coppa Italia, e intanto almeno al momento Sarri e Pirlo rischiano di aver fatto meglio del tecnico livornese. Poco conta, perché Allegri è stato chiamato per ridare identità e gli servirà tempo e acquisti mirati. La parola passa ad Agnelli, che nel progetto di rifondazione dovrà necessariamente cambiare qualcosa. 

https://twitter.com/Fra8114/status/1504228870953877504

 

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