Ilaria Solazzo intervista Barbara Scheggia, ideatrice con Roberto Bonaventura del cortometraggio “Marche Symphony”.
Quando è nata la tua collaborazione con Roberto Bonaventura e l’idea di dar vita a “Marche Symphony”?
“Ci siamo conosciuti grazie ad un’amica comune. Abbiamo iniziato a scambiarci opinioni e riflessioni sulle piccole e grandi questioni della vita e tra noi si è subito sviluppata una straordinaria empatia ed una profonda stima reciproca, come esseri umani prima che come professionisti. Si potrebbe definire quasi un “colpo di fulmine” applicato all’amicizia: fin dalle prime conversazioni, era come se ci conoscessimo da sempre, circostanza molto inconsueta per una persona poco “accessibile” come me. Rapita dalla qualità artistica delle produzioni di Roberto ed affascinata dal suo carisma morale ed intellettuale, ho deciso di abbandonare le mie titubanze e confidargli che avevo scritto un romanzo. Gli ho chiesto di darmi un giudizio sincero e come risposta ho ricevuto il brano che è poi diventato “Marche Symphony” ed una sceneggiatura. Ero in spiaggia, circondata da tante persone e mi sono commossa fino alle lacrime. Ho capito subito che quello era un regalo che la vita mi stava offrendo ed ho accettato all’istante: mentre ascoltavo quelle note, la mia mente visualizzava perfettamente i paesaggi e le storie di vita descritti nel mio romanzo ed esprimeva in maniera stupefacente il messaggio che avevo affidato al mio romanzo”.
Che cos’è “Marche Symphony”?
Qual è il pubblico di riferimento di “Marche Symphony”?
“Il nostro target di riferimento è il mercato internazionale… da sempre molto interessato al “Made in Italy” in senso ampio. L’Italia e le sue ricchezze sono invidiate in tutto il mondo, sia a livello commerciale sia in ambito turistico. Il nostro spettatore ideale è un individuo attento ai dettagli, concentrato sull’artigianalità e sulla creatività. Una persona in cerca di uno “slow living”, stanco di un lusso ormai stereotipato che preferisce scoprire territori e prodotti poco conosciuti, ma meritevoli di essere tratti in salvo dall’invisibilità”.
Tu e Roberto avete già altri progetti in cantiere? Come evolverà la vostra collaborazione?
“Siamo concentrati sulla promozione di “Marche Symphony”, per il quale stiamo organizzando eventi ad hoc da porre in sinergia con un paio di grandi progetti in cantiere da qui alla fine del 2022. Il primo si ispira a Giacomo Leopardi, marchigiano illustre, che ha passato la sua vita tra Recanati e Napoli, città amatissima da Roberto, che è un vero napoletano sostanziale. Il secondo riguarda il mondo dei cavalli e del loro rapporto con l’essere umano. Inoltre, stiamo progettando una sorta di gemellaggio tra le Marche e Napoli al fine di attrarre ospiti internazionali anche grazie alla collaborazione di Edwin Tinoco, ex tour manager ed assistente personale del maestro Luciano Pavarotti, per consentire loro di godere delle eccellenze musicali, culinarie, paesaggistiche e culturali della nostra Italia. Le idee sono davvero tantissime perché la mente di Roberto è sempre in movimento, non smette praticamente mai di comporre e di scrivere. Non nascondo che il mio ruolo di co-produttrice esecutiva è stato abbastanza impegnativo, ma la capacità di Roberto di coinvolgere emotivamente tutti i suoi collaboratori ha reso questo lavoro leggero e ricco di soddisfazione. Ci si sente partecipi di qualcosa di unico, un vero nutrimento per l’anima, specialmente in questo periodo turbolento e faticoso”.
Ci puoi spiegare cosa intendi per napoletano sostanziale?
“E’ una locuzione coniata da Roberto, che dà anche il titolo al suo ultimo libro di aforismi e fotografie, per indicare che quel che ci fa appartenere davvero a qualcuno o a qualcosa è in definitiva l’amore. Tra l’altro, Roberto, che vive felicemente nella sua Napoli, ha origini marchigiane da parte della madre”.
Qual è stato il percorso professionale che ti ha portata alla co-produzione di cortometraggi?
“In realtà io provengo dal mondo delle calzature e della moda, ho lavorato per più di vent’anni nell’azienda di famiglia occupandomi del settore commerciale e del marketing, soprattutto verso i mercati esteri: Stati Uniti, Russia, Cina, Medio Oriente. Nel 2017 ho deciso di lasciare l’azienda per vicende personali e avviare una mia attività di consulenza a 360° per gli artigiani del mio territorio ed ero alla ricerca di strumenti innovativi che potessero far uscire dall’anonimato “artisti”meravigliosi verso i quali le istituzioni sembravano non essere interessate. Contemporaneamente, dopo la scomparsa di mio padre, sentivo la necessità di fare una pausa di riflessione per capire come indirizzare la mia vita a partire da quel momento. Ho iniziato quindi a raccogliere pensieri e riflessioni in un diario e pian piano è venuto fuori il romanzo ispiratore di Marche Symphony, lo strumento perfetto che stavo cercando”.
Oltre al Maestro Bonaventura, al suo staff e ai protagonisti del corto, a chi ti senti, in particolare, di dire grazie?
“Innanzitutto alla mia famiglia, che ha creduto in me e mi ha sostenuto in questa avventura. E poi ai miei artigiani e alle aziende sponsor che hanno risposto con entusiasmo al progetto: Damiano Chiappini ,Green George e Eureka per le calzature, Desiree Lupi per le borse, la piccola protagonista Melissa Giannini e i suoi genitori parrucchieri che hanno curato l’hair styling con i prodotti di Cosmetics Center, Katiuscia del Centro estetico Joli, la Forneria Petroselli ,la Tenuta Sant’Isidoro e i titolari di Casa de’ Campo che ci hanno coccolato con le loro squisitezze enogastronomiche, il Teatro di Civitanova Marche, Enrico Crucianelli attore non professionista che ha impersonato magnificamente l’artigiano, i Sindaci dei Comuni in cui abbiamo girato, e molti altri che sarebbe troppo lungo elencare”.