Inzaghi è una furia ma i tifosi contestano: le critiche al tecnico dell’Inter

Inzaghi è una furia dopo il ko con il Sassuolo, ma per i tifosi anche lui è nel mirino: ecco le critiche al tecnico dell’Inter.

Calo, crisi, flessione, chiamatela come volete, la sostanza non cambia. L’Inter è ferma al palo, e incassa una serie di critiche anche aspre dopo il ko maturato ieri in un pomeriggio di sicuro sfortunato, ma anche a margine di una partita forse sottovalutata.

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Simone Inzaghi, volto scuro dopo il ko con il Sassuolo (LaPresse)

Il Sassuolo è “l’ammazza grandi”, capace di sbancare due volte San Siro contro i nerazzurri e il Milan, di superare la Juve e inchiodare al pari altre big. Inzaghi questi dati li conosce bene, ma alcune scelte sono state aspramente contestate dai tifosi. In primis la decisione di non puntare su Dzeko, poi la rinnovata fiducia ad un Lautaro Martinez apparso nuovamente appannato e mai in grado di trascinare l’attacco.

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L’assenza di Brozovic si è inoltre sentita in maniera netta, e la scelta di arretrare Barella con compiti di impostazione non è stata azzeccata non tanto per mancanza di qualità da parte del centrocampista, ma per caratteristiche lontane da quelle del compagno. In una partita in cui il croato e Bastoni hanno fatto da spettatori, altre decisioni di Inzaghi non hanno convinto. 

Inter, anche Inzaghi sul banco degli imputati: tante critiche per lui

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Simone Inzaghi (Getty Images)

“Ne avrei cambiati anche più di due fra il primo e il secondo tempo”. Una ammissione, quella di Inzaghi, che è un chiaro riferimento non solo alle difficoltà nel primo tempo, ma anche ad una serie di letture apparse forze azzardate. Su tutte la decisione di puntare nuovamente su Lautaro tenendo nei primi 45 minuti Dzeko in panca. Ai nerazzurri è mancata profondità, capacità di alzare di qualche metro il raggio d’azione, e anche incisività.

Lautaro sembra il lontano parente dell’attaccante ammirato ormai da tempo in Serie A, e al bosniaco non si può chiedere in 45 minuti di risollevare le sorti di un incontro già in qualche modo indirizzato verso la sconfitta. Anche la scelta di lasciare a riposo Dumfries non è piaciuta. Contro una squadra che si è riversata nella metà di campo nerazzurra, rinunciare alle sue sgroppate e alla capacità di tenere palla di Dzeko hanno dato al Sassuolo modo di agire troppo a lungo davanti ad una difesa che soffre.

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La sensazione è che ci siano degli insostituibili. Da Brozovic, a Bastoni, ma anche Correa, la cui assenza costringe il tecnico a cambi forzati proprio nel momento più delicato di Lautaro. Resta però un dubbio legato alla flessione dei risultati e ad una fragilità difensiva che si sta palesando nelle ultime partite. Inzaghi spera di ritrovare presto quelle pedine che gli mancano tremendamente nella fase più calda del torneo, ma intanto è sotto pressione.

Gestire questo momento potrebbe essere il segnale che i nerazzurri sono maturi per vincere lo scudetto, sbagliare ora però sarebbe davvero un autogol clamoroso. In tal senso le prossime partite chiariranno ogni aspetto, ma la vera svolta nella carriera di un tecnico bravo e stimato, è proprio ora. La palla passa a lui.

 

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