Epilogo controverso riguardo la vicenda della 25enne incinta di Sassari non visitata al Pronto Soccorso in quanto priva di test molecolare al Covid-19. La procura ha espresso il suo giudizio dopo aver avviato l’indagine nei giorni scorsi
Si era presentata in clinica per via di forti dolori all’addome e perdite di sangue, ma dopo venti minuti in sala d’attesa, senza essere visitata da alcun medico, una 25enne incinta di Sassari è stata rimandata a casa a seguito di prescrizione (da parte di un’infermiera) di una tachipirina e po’ di riposo.
Il motivo di questo atteggiamento nei suoi confronti sarebbe stata l’assenza dell’esito di un tampone molecolare Covid-19, questo almeno è il racconto fatto dalla diretta protagonista della vicenda, che a seguire ha dovuto fare i conti con un aborto spontaneo. Per questo aveva deciso di denunciare la struttura ospedaliera e nello specifico il pronto soccorso ostetrico ginecologico dell’Aou di Sassari, ma la sua versione non è stata accolta dalla procura.
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Il procuratore Gianni Caria, infatti, a seguito delle indagini effettuate in collaborazione con i carabinieri del Nas di Sassari, ha accertato la mancanza di responsabilità da parte dei medici, procedendo con l’archiviazione. Un consulente tecnico difatti si è espresso in merito, verificando la correttezza delle prescrizioni date alla ragazza. A suo giudizio, in quel determinato contesto e vista la sua condizione, la 25enne non necessitava di una visita clinica, in quanto la gravidanza era appena iniziata e di conseguenza l’embrione non aveva la visibilità ecografica rilevabile al relativo controllo. Per questo motivo la visita non sarebbe stata in ogni caso utile e lo staff medico del pronto soccorso ostetrico ginecologico dell’Aou di Sassari si sarebbe quindi comportato come da prassi per questo genere di circostanze. La procura di Sassari ha inoltre aperto un fascicolo contro ignoti a seguito delle “gravi offese ricevute dai professionisti sanitari interessati alla vicenda“.