Anche Jane Campion critica sui Cinecomics: “Sono Ridicoli”

Jane Campion si unisce al club di Martin Scorsese: “I cinecomics? Rumorosi e ridicoli. Non ne capisco il fascino”.

Jane Campion – Notizie.com

Il generale accanimento del mondo del cinema nei confronti dei Cinecomics continua inesorabile, trovando come principali protagonisti di tale tendenza registi di grande spessore. Se recentemente anche Ridley Scott aveva rilasciato decise dichiarazioni denigratorie sul genere supereroistico, criticandone le deboli sceneggiature, anche la Campion entra a gamba tesa nell’accesa diatriba, durante una lunga intervista per Variety:«Odio i film di supereroi, li odio davvero. Credo di poter affermare con sicurezza che non ne dirigerò mai uno. Sono così rumorosi e ridicoli. A volte puoi anche farti una risata, ma non capisco il fascino dei mantelli e di uomini adulti in calzamaglia. Sembra come se venissero da una pantomima.»

Jane Campion critica sui Cinecomic – Notizie.com

La talentosa regista de Il Potere del Cane, attualmente in sala, esprime un vigoroso odio per il genere più in voga degli ultimi anni, attraverso energici insulti che lasciano poco spazio all’interpretazione. La brutale analisi risulta tuttavia, sensibilmente meno a fuoco e più disordinata rispetto a quella, egualmente indignata ma dotata di maggior precisione critica, di Sir Ridley Scott. Ciò che risulta poco efficace di tali dichiarazioni è una tendenza a semplificare il genere, appiattendone la varietà delle numerose proposte presenti e ascrivendo alla presenza di costumi poco adulti, la loro sterilità sul piano emotivo e artistico. Ribattere ad una tale semplificazione appare complesso e, nonostante sia Scott che Scorsese avessero dimostrato un certo piacere a generalizzare, le loro perplessità sembravano lasciare spazio al possibile concepimento di futuri esponenti del genere, privi dei numerosi difetti espressi.

Il regista Ridley Scott – Notizie.com

Nel caso della Campion, la critica investe le fondamenta stesse del genere, facendo passare il deleterio messaggio che, un uomo o una donna in calzamaglia, non possano emozionare o rientrare nei confusi requisiti necessari a definire un prodotto di qualità. Sarebbe come sostenere di non trovare il senso in una pellicola dove dei giocattoli prendono vita esprimendo emozioni umane, o come affermare di trovar ridicoli degli animali parlanti all’interno di un film, obiezioni che, la straordinaria ed imprevedibile storia del cinema, ci ha dimostrato essere poco intelligenti e profondamente contraddittorie rispetto all’intrinseca natura sperimentale del medium cinematografico.

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