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Cronaca

Diplomatico accusato di aver fotografato bambino nudo in un bagno pubblico

Published by
Marco Ercole

Un consigliere politico è stato accusato, e licenziato, per aver scattato delle foto a un bambino nudo all’interno di un bagno pubblico

Le istituzioni dovrebbe essere esempio di civiltà e rispetto. Un punto di riferimento, un modello da seguire per tutti i cittadini della Nazione che, guardando loro, capiscono come comportarsi in maniera adeguata alla società in cui si vive. Per questo quando sulle pagine di cronaca emergono notizie di uomini importanti indagati per qualsiasi reato, la notizia crea sempre scalpore e dibattito. Spesso, infatti, proprio le cariche istituzionali sono le prime a scegliere la strada del peccato, talvolta leggero – e non giustificabile lo stesso – altre volte troppo grave per essere perdonato. È in questi ultimi casi che la fiducia nella giustizia accresce, nella speranza che possa intervenire come merita il colpevole.

Un consigliere ha fotografato un bambino nudo nei bagni pubblici – Notizie.com

In un Paese civile e sicuro come il Giappone, poi, situazioni come quella vissuta qualche giorno fa lasciano sempre particolarmente stupiti. La polizia di Tokyo di recente ha comunicato di aver posto sotto indagine un diplomatico di Singapore. Recatosi sull’isola come consigliere presso l’ambasciata, questo si sarebbe reso protagonista di un atto di molestia sessuale e, per giunta, minorile. L’accusa mossa sarebbe quella di aver fotografato un bambino nudo, mentre si trovava nei bagni pubblici di uno stabilimento balneare. Un gesto imperdonabile, soprattutto per il ruolo ricoperto, ma che probabilmente non porterà alle corrette ripercussioni legali.

Il lato oscuro dalla legge

A denunciare quanto accaduto all’inizio di aprile sarebbe stata la stessa struttura. Secondo quanto riferito da una fonte investigativa alla redazione locale di ‘Japan Today’, il politico avrebbe seguito il ragazzo, per poi scattargli una foto, mentre era senza vestiti, con il proprio smartphone. A incriminarlo sarebbero state le telecamere di sicurezza che circondano l’edificio. Quando, però, è stato rivelato quel che era avvenuto alle autorità, il cinquantacinquenne aveva già fatto ritorno a casa. In tal senso il governo di Singapore ha deciso di licenziarlo dal suo incarico politico, ma per ora non si potrebbe far di più.

Il consigliere è stato salvato per ora dalla Convenzione di Vienna – Notizie.com

Stando a quanto stabilito con la Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche, il consigliere può perdere il lavoro ma è immune dall’arresto. Questo perché, come decretato, nel 1969: i diplomatici non possono essere arrestati o detenuti nel paese in cui sono stati inviati. Un lato oscuro della legge che gli permetterà di vivere ancora serene e libero, lontano da ogni rischio di arresto, a meno che non decida di consegnarsi di sua spontanea volontà. Una possibilità, ovviamente, neanche presa in considerazione. L’unico passo fatto dall’ex diplomatico è stato quello di ammettere il crimine e cancellare le circa 700 fotografie scattate di nascosto, rifiutandosi però di accettare la propria pena.