Isis, torna l’incubo dei tagliagole: ecco dove colpiranno

Mentre l’attenzione è concentrata sul conflitto europeo tra Ucraina e Russia nel resto del mondo proseguono i movimenti insurrezionali guidati dai jihadisti, queste le zone più a rischio

Tutta l’attenzione dei media internazionali è rivolta verso la terribile guerra tra Ucraina e Russia che da più di un anno ha cambiato gli equilibri mondiali. L’aggressione voluta da Putin al vecchio alleato sovietico dopo il tradimento firmato NATO ha portato ad una guerra dura e sanguinosa che al momento pare lontana da una soluzione definitiva. Tutto questo ha fatto passare in secondo piano, almeno sui mass media, la narrazione delle rivolte jihadiste guidate dagli estremisti islamici che per un ventennio hanno accompagnato la nostra vita.

I nuovi obbiettivi dell'Isis
I nuovi obbiettivi dell’Isis (ANSA) – Notizie.com

A partire da quel lontano 11 settembre 2001 quando l’attacco alle Torri Gemelle a New York segnò l’inizio di anni di battaglie tra militari occidentali sotto la guida degli Stati Uniti riuniti in seno alla NATO e le forze insurrezionali e terroristiche degli estremisti islamici. Prima Al Qaeda entrò a far parte delle nostre vite e in quelle di tante famiglie che videro i propri figli impiegati per più di un decennio in Afghanistan, poi fu il turno dello Stato Islamico (IS) che trovando terra fertile nelle zone tra la decadente Siria e un’Iraq segnato da anni e anni di guerra verso il dittatore a capo del paese Saddam Hussein. In queste zone di confine, spesso poverissime, desertiche e prive di significative risorse naturali si insinuò il movimento insurrezionalista islamico che in un lustro si autoproclamò vero e proprio Stato con un proprio Governo con funzioni amministrative, dei confini definiti e persino un esercito.

Sud-Est Asiatico e Centro Africa le zone più a rischio

L’Isis (Islamic State Iraq and Siria) divenne così per anni l’obbiettivo della nostra attenzione. Divennero famosi per la loro crudeltà, per i video in cui mostravano in diretta le esecuzioni dei prigionieri. Prigionieri che molte volte non erano altro che semplici cittadini, come semplici cittadini erano quanti morirono negli attentati al cuore dell’Europa quando Parigi venne minacciata per una notte dai terroristi islamici. Parole come Foreign Faighters sono diventate comunemente conosciute, e questo fino allo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina. Sì perché se è vero che l’Isis in quanto stato tra Iraq e Siria è stato pian piano combattuto dalle diverse forze impegnate sul campo, è anche vero che nel resto del mondo i jihadisti proseguono nella loro opera.

I combattimenti nelle Filippine e in Burkina Faso
I combattimenti nelle Filippine e in Burkina Faso (ANSA) – Notizie.com

I nuovi fronti, se così volessimo chiamarli, sono aperti in zone ben più distanti da noi, a partire dal Sud-Est Asiatico dove recentemente, il capo dello Stato islamico nel Sudest Asiatico, Abu Zacharia, è stato ucciso dalle forze governative nelle Filippine durante un raid nell’isola meridionale di Mindanao. Abu Zacharia è stato ucciso in un’operazione a Marawi, nel quadro di combattimenti durati cinque mesi tra militanti affiliati all’IS e l’esercito filippino in cui sono morte 1200 persone. I rischi maggiori sono però in Africa dove il poverissimo Burkina Faso vive da più di cinque anni una situazione al limite. Ad oggi si stima che più di un terzo del paese sia fuori dal controllo statale con più di 10mila morti tra civili, militari e jihadisti ed oltre due milioni di persone siano attualmente sfollate. Il Burkina Faso è alle prese con un’insurrezione jihadista che è arrivata dal vicino Mali nel 2015 e tale è il malcontento tra le forze armate dello stato che nell’ultimo anno sono stati addirittura due i colpi di stato che hanno favorito l’inserimento della Russia nelle dinamiche interne che vedevano la Francia come attore principale del sostegno al governo.

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