Papa Francesco in prima serata: “Ecco cosa dirò a tutti per Natale”

Guerra, crisi, denatalità ma anche corruzione e Mondiali di calcio: tutti argomenti affrontati dal Pontefice che lancia così un pre-appello natalizio. 

papa francesco intervista canale 5
Photo: mediaset.com

“Dirò a tutti guardate il bambino, guardate la stella, un bambino in più è speranza”. Così Papa Francesco, durante l’intervista trasmessa in prima serata su Canale 5, anticipa quello che sarà il cuore della sua predicazione natalizia, in un anno carico di sofferenze e di preoccupazioni come quello in corso.

Le parole del Papa durante l’intervista in prima serata

Ad intervistarlo è stato infatti Fabio Marchese Ragona, vaticanista di Mediaset, la rete che ha trasmesso l’intervista esclusiva andata in onda alle 20.35 su Canale 5, a poche ore dalla vittoria dell’Argentina nella finale dei Mondiali in Qatar, argomento a cui era impossibile non fare riferimento. Ma si è parlato di molto altro, dalla guerra alla crisi di natalità fino alla crisi energetica, economica e sociale.

“Da tempo io ho parlato, stiamo vivendo la terza guerra mondiale a pezzetti”, spiega subito il Papa senza giri di parole. “Quella dell’Ucraina ci sveglia un po’ perché è vicina, ma la Siria da 13 anni che è in guerra terribile. Lo Yemen quanto? Myanmar, dappertutto in Africa. Il mondo è in guerra. Fa soffrire tanto, fa soffrire tanto. Quando io sono stato nel 2014 a Redipuglia ho pianto. Ho pianto! Era per il centenario della guerra. Non potevo credere a questo: l’età della gente. Poi ogni 2 novembre vado al cimitero. Un anno sono andato al cimitero di Anzio, dove sono sepolti i soldati americani. Ho visto l’età dei ragazzi e ho pianto. Ma come mai? Come mai si distruggono vite a quell’età?”, sono le domande del Papa, che commenta così: “È come una mistica della distruzione la guerra”.

L’idolo della guerra che destabilizza

Un idolo moderno e antico allo stesso tempo, che destabilizza e non poco le popolazioni che la subiscono, ma anche l’unità internazionale e anche il cuore di chiunque abbia a cuore il bene del genere umano. Compreso il Papa. “Io non capisco, la guerra distrugge. Delle volte penso alle mamme con il postino bussa alla porta: ‘Signora, una lettera per lei. Signora, abbiamo l’onore di dire che lei è la mamma di un eroe’. Sì, di quel figlio alla mamma rimane soltanto quella lettera. È una pazzia la guerra, distrugge sempre. E tu dici adesso c’è una crudeltà, perché un’aggressione ne porta un’altra, e un’altra, e un’altra. Va avanti così. E distruggere è come giocare. Poi, anche la fame, il freddo, ha tante cose che ti porta una guerra, distruzioni. Il commercio delle armi. L’industria delle armi, un’industria che invece di far progredire l’umanità fa delle cose per distruggere. Siamo pazzi”.

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Fin dall’inizio della guerra in Ucraina Francesco ha lanciato in continuazione appelli per la pace, ha cercato di fare il possibile, e il giornalista glielo ricorda. “La guerra è incominciata con Caino. Lo spirito cainista. Chi uccide per gelosia, uccide per un interesse, sai? È brutto. Adesso le conseguenze sociali, le conseguenze in tutta Europa. Preparati, preparati”, ha risposto. Di fronte al male, e alle sue conseguenze, la cosa che più sconvolge il Papa “è l’atteggiamento dell’indifferenza“.

Poi la conclusione più dolorosa. “Questo è un Natale triste, un Natale di guerra. C’è gente che muore di fame. Per favore abbiate un cuore grande e non fate le spese come se nulla accadesse. L’indifferenza è una delle cose che dobbiamo lottare tanto e voi giornalisti avete un po’ la missione di svegliare i cuori per non cadere in questa cultura dell’indifferenza”.

Il dramma dell’inverno demografico

Poi il Papa è entrato anche nel merito del dramma dell’inverno demografico. “C’è un inverno demografico oggi in Italia per le nascite, i calcoli“, spiega, indicando una cultura oggi presente per cui “per cui no, i figli è meglio di no. Meglio fare un viaggio, comprare la villa. Io conosco gente che la pensa così”.

Alla fine, entra in campo il tema dello sport, a poche ore dalla finale vinta dagli Albicelesti, risultato che il Papa non poteva ancora conoscere. “Lo sport è nobile. Lo sport porta nobiltà“, ha commentato il Papa. “I bambini giocano. E lì andiamo su una cosa molto bella che è il valore del gioco, dello sport, anche del gioco proprio. Giocare e fare sport. È una benedizione poter farlo bene perché è una cosa nobile lo sport. Tutti noi abbiamo bisogno di questa gratuità dello sport”.

L’augurio ai vincitori del Mondiale e quello per le feste di Natale

Mentre ai vincitori della finale dice: “Ai vincitori tutti fanno gli auguri. Che lo vivano con umiltà. E a quello che non vince, che lo vivano con gioia perché il valore più grande non è vincere o non vincere, è giocare pulito, giocare bene. Ambedue che abbiano il coraggio di darsi la mano“. Poi, un’ultima battura sul Natale.

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“Io dirò a tutti, a ognuno: guardate il Bambino, guardate la stella. Un bambino in più è una speranza. Lui ha portato la speranza, ma è nato così: povero, perseguitato, è dovuto fuggire. Un Bambino senza la stella non va, una stella senza il Bambino non va. Ambedue sono il messaggio del Natale oggi. Io a ognuno di voi che ascolta vorrei chiedere che il Signore vi dia la tenerezza di un bambino, che noi non perdiamo la tenerezza umana, di aiutarci e che vi dia la luce della stella. Se tu guardi la stella sai dove è la strada, come i Magi. Se tu guardi il Bambino sai come devi sentire il tuo cuore. Questo è il mio messaggio. Ognuno di voi, caro e cara, guarda il bambino e guarda la stella. Guardando il bambino, vi auguro un buon e santo Natale”.

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