La moglie di Soumahoro: “Non sono Lady Gucci: non accettano una donna africana benestante”

Liliane Murekatete, finita nella bufera con la mamma dopo l’indagine aperta dalla Procura di Latina minacce querele

Adesso basta, porto in tribunale chi mi ha diffamato“. Si arrabbaia e dà quasi in escandescenza. È un fiume in piena Liliane Murekatete, moglie del deputato Aboubakar Soumahoro, finita nella bufera dopo l’indagine aperta dalla Procura di Latina sulle condizioni dei lavoratori nella cooperativa Karibu fondata da sua madre Marie Therese Mukamitsindo. Murekatete decide di parlare all’Adnkronos e punta il dito contro il sistema mediatico, lamentando un atteggiamento persecutorio nei suoi confronti da parte della stampa.

Lady Gucci
Liliane Murekatete è la moglie del deputato Soumahoro (Facebook)

Non ce la fa più la Liliane Murekatete è esausta per tutto quello che le sta capitano da qualche settimana a questa parte. Appostamenti sotto casa, poste e inseguimento con la macchina, ma è anche il prezzo da pagre per essere la moglie di un deputato, ma soprattutto per la vicenda delle coop relativa al mancato pagamento degli stipendi.

“Capisco gli attacchi politici, ma il resto è solo fango”

Soumahoro
Le indagini sulla vicenda Soumahoro continuano – Notizie.com – © Ansa

Posso capire, senza giustificarli, gli attacchi politici, ma la narrazione della maggior parte dei giornalisti è stata improntata ad un teorema fondato sulla colpevolezza certa e manifesta, con buona pace della presunzione di innocenza: colpevole io, colpevole mia madre, colpevole il mio compagno”, afferma Liliane, che precisa di non ricoprire più alcun ruolo all’interno della Karibu.

Il sapiente, malizioso utilizzo di espressioni quali la ‘cooperativa della moglie di Soumahorò (mentre non faccio più parte della cooperativa né come membro del Cda, né come socia né tantomeno come dipendente) o ‘la cooperativa della famiglia di Soumahorò che ha connotato sin da subito la campagna mediatica è particolarmente odioso in quanto volto a sollecitare distinguo, prese di distanza, ripudi, magari accuse reciproche, tutti rigorosamente pubblici, nella peggiore tradizione dell’Autodafé”

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