Caso Plusvalenze, terremoto Juve: ecco gli avvisi di garanzia

La procura contesta i reati di falso non solo nelle comunicazioni sociali ma anche in quelle rivolte al mercato. I pm chiedono misure cautelari

Terremoto Juventus. Chiuse le indagini per il caso plusvalenze, la Procura di Torino invia gli avvisi di garanzia per i vertici della società bianconera, nell’ambito dell’inchiesta sulle presunte plusvalenze false. La procura fa sapere di aver notificato la conclusione indagini ai componenti del consiglio d’amministrazione della società bianconera e a “dirigenti con responsabilità strategiche“, ai componenti del collegio sindacale e al revisore legale.

Terremoto Juve
Il presidente della Juventus Andrea Agnelli, il vice Pavel Nedved e il dirigente Arrivabene (Ansa)

In tutto si parla di 16 indagati. Per alcuni di loro erano state chieste misure cautelari personali, tra cui il sequestro conservativo o preventivo, ma il giudice per le indagini preliminari le ha rifiutate. Contro l’ordinanza del gip la procura ha depositato appello. I reati contestati sono, tra gli altri, il falso nelle comunicazioni sociali e le false comunicazioni rivolte al mercato (trattandosi di società quotata in Borsa). Le annualità prese in  considerazione dall’istruttoria ora conclusa sono tre: il 2018, il 2019 ed il 2020.

Le prove raccolte consentono di delineare “un’attività di alterazione delle poste di bilancio”. Chiesti gli arresti domiciliari per Agnelli: negati

L'accordo
Il gol segnato da Rabiot nella gara con l’Empoli (Ansa)

Un segnale ben preciso. Secondo la procura di Torino, che ha addirittura chiesto gli arresti domiciliari per il presidente Agnelli e altri due dirigenti ma sono stati subito negati e non proprio considerati, le prove fin qui raccolte consentono di delineare “un’attività di alterazione delle poste di bilancio (e quindi dei risultati di esercizio) quale conseguenza, in primo luogo, di un anomalo ricorso ad operazioni di scambio dei diritti alle prestazioni sportive di un elevato numero di atleti, operazioni, per altro, nel complesso distoniche nel panorama nazionale“. Gli investigatori della Procura di Torino sostengono che queste operazioni di scambio sono state “concluse a valori stabiliti dalle parti in modo arbitrario e con lo scopo di far fronte alle necessità di bilancio del momento: tali operazioni sono state ritenute fittizie, anche alla luce del contenuto di conversazioni registrate nel corso delle indagini“.

In più, i pm hanno messo nel mirino anche la “manovra stipendi“, quella con cui la società bianconera, prima di tutte le altre, ha messo in sicurezza i conti durante la prima fase della pandemia di Covid-19: “Sussistono concreti elementi per ritenere che i calciatori, in accordo con la società, abbiano rinunciato a percepire una sola mensilità e non quattro, come per contro comunicato da Juventus Fc nel marzo 2020″. Il gip per ora le ha rigettate, ma in appello, essendoci prove abbastanza chiare, difficilmente potrà rigettare di nuovo.

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