Dalla robotica un decisivo aiuto per i bimbi autistici

I più recenti sviluppi tecnologici nel campo dell’intelligenza artificiale hanno fornito nuovi metodi per il trattamento dell’autismo

Le prime manifestazioni del disturbo insorgono entro i 3 anni e possono variare notevolmente da soggetto a soggetto e quello che accomuna i bambini con disturbi dello spettro autistico è il dover fronteggiare delle sfide notevoli. Infatti sviluppare le abilità sociali, comunicative e comportamentali, rappresenta un compito non facile per il quale necessitano di supporto specializzato.

Dalla nanotecnologia un aiuto per l’autismo infantile

Agli interventi di matrice cognitivo comportamentale già validati per i bambini con autismo, si aggiunge ora anche la terapia assistita da robot, oramai una realtà conclamata e utilizzata in numerosi centri assistenziali.

Un problema purtroppo comune per tante famiglie

Nel 2021, in Italia, sono nati 435mila bambini, di questi più di 4mila potrebbero ricevere una diagnosi di autismo nei primi anni di vita. Fino a qualche anno fa sarebbero stati vittime dello stigma sociale e dell’isolamento, ma le tecniche mediche e psicologiche si sono evolute nel tempo, e oggi una diagnosi di disturbo dello spettro autistico arriva molto presto, nei primi due anni di vita dei giovani pazienti. Una di queste tecniche innovative è quella della terapia assistita da robot (RAAT), rappresentata da un robot umanoide che si interfaccia con i bambini autistici e gioca con loro, aiutandoli a sviluppare capacità cognitive e comportamentali che noi diamo per scontate.

Un aiuto diverso, ma fondamentale

La terapia per l’autismo assistita da robot ha come obiettivi terapeutici ed educativi il miglioramento ed il potenziamento dello sviluppo sociale ed emotivo, cognitivo, motorio e sensoriale. Ognuna di queste aree richiede un approccio e tipologie di dispositivi specifici, per questo sono stati realizzati modelli di intervento distinti a seconda degli scopi della determinata competenza su cui lavorare .Le tipologie di robot utilizzate nella RAAT variano proprio a seconda degli obiettivi terapeutici e delle tecnologie impiegate: nella prima tipologia i robot hanno sembianze umane con testa, mani, gambe, occhi, naso, bocca. L’obiettivo è quello di replicare il più possibile le fattezze umane e creare così interazioni il più possibile simili. Stessa cosa per quelli che somigliano ad animali, in cui vengono coperte parti metalliche con piume o lana per rendere la somiglianza agli animali anche tattile. Poi troviamo i robot simili a giocattoli che a loro volta mirano ad avere in maniera più esplicita le sembianze di un peluche o di una macchinina, che permettono agli operatori di monitorare le interazioni con una prospettiva in prima persona: questo li aiuta a vedere la situazione dalla prospettiva del bimbo e a comprendere maggiormente quali sono le sue difficoltà.

I robot possono aiutare nel campo dell’autismo infantile

Tanti punti a favore

Sono davvero importanti i punti a favore della terapia assistita da robot, la RAAT infatti migliora l’efficacia e l’efficienza dei trattamenti cognitivo-comportamentali.
Essendo trattamenti informatizzati è possibile tracciare e monitorare i progressi e gli step del trattamento che quindi può essere altamente personalizzato e adattato alle specifiche esigenze del singolo bambino. I disturbi dello spettro autistico si caratterizzano per la grande variabilità che c’è tra un soggetto e l’altro e la possibilità di avere strumenti condivisi, ma personalizzabili è sicuramente di grande vantaggio per i clinici.

 

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