Guerra e crisi: taglio dalla Ue alle stime di crescita in Italia

Nuovo taglio della Ue alle stime di crescita in Italia: ecco i dati e le previsioni, influenzate dagli effetti della guerra.

La Commissione Europea taglia le stime di crescita del Pil dell Italia per quest’anno. Dal +4,1% previsto a febbraio, prima dell’attacco russo all’Ucraina, si passa al +2,4%.

Pil Italia
Cambiano le previsioni della commissione Europea (AnsaFoto)

L’impatto del conflitto, che ha avuto effetti tangibili sui prezzi e sulla catena degli approvvigionamenti, ribalta quindi le previsioni. La Commissione Europea ha inoltre fornito dettagli sulla crescita che l’Italia aveva fatto registrare, ed effettuato anche previsioni che non lasciano ben sperare.

Bruxelles segnala infatti che “la maggior parte della crescita dell’Italia” per il 2022 è “attribuibile a un effetto di trascinamento e ad una rapida ripresa registrata nel 2021”. Le stime però adesso cambiano, inevitabilmente condizionate da un conflitto che non permette di fornire con certezza nuove buon notizie.

Pil e crescita in Italia, ecco le previsioni

Mario Draghi
Mario Draghi © Ansa

“Le prospettive restano soggette a pronunciati rischi al ribasso”. Lo afferma la Commissione Europea, svelando i motivi. Di sicuro influisce il contesto geopolitico fortemente influenzato dalla guerra, ma anche un altro fattore da tenere in grande considerazione, soprattutto in vista dei mesi più freddi.

“L’Italia, uno dei maggiori importatori di gas naturale russo tra i paesi dell’Ue, sarebbe gravemente colpita da brusche interruzioni dell’approvvigionamento” si apprende dalle previsioni, che tengono anche conto di ulteriori fattori di rischio ma forniscono anche dettagli più incoraggianti.

Deficit e debito infatti “continueranno a calare ma restano alti” secondo la commissione. Il deficit italiano – riferisce Ansa – dal 7,2% dell’anno scorso, nel 2022 si attesterà al 5,5% per scendere al 4,3% l’anno successivo. Il debito pubblico, dal 150,8% del 2021, secondo le previsioni europee, dovrebbe calare al 147,9% quest’anno e ancora al 146,8% nell’anno successivo.

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