Marina Ovsyannikova, la giornalista russa che ha sfidato Putin è in Tribunale

La giornalista della Tv di stato russa ha fatto irruzione in diretta su Channel 1 con cartelli contro la guerra

Marina Ovsyannikova si trova al tribunale distrettuale di Ostankino, a Mosca, con il suo avvocato che ha postato una foto su Twitter. Per ora, Marina è coinvolta soltanto in un procedimento amministrativo relativamente all’organizzazione di un evento pubblico non autorizzato.

La giornalista della Tv di stato russa, ieri sera, è apparsa nel corso della diretta del tg su canale 1 sventolando dei cartelli contro la guerra e sfidando la censura di Putin, finendo sotto processo. Padre ucraino e madre russa, la giornalista ha lanciato un appello accorato contro il conflitto, definendo senza giri di parole “la guerra fratricida” innescata da Vladimir Putin. La donna è apparsa alle spalle della conduttrice Yekaterina Andreyeva con un cartello, “fermate la guerra, non credete alla propaganda, qui vi stanno mentendo” esortando i connazionali a protestare.

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La donna è stata di conseguenza fermata e arrestata. Di lei, non si sapeva più nulla fino a quando, qualche ora fa, il suo legale ha condiviso una foto insieme alla giornalista. “Ovsynnikova si trova nel tribunale di Mosca”, ha detto il legale Anton Gashinsky su Telegram. Deve rispondere di “organizzazione di un evento pubblico non autorizzato”, un’accusa amministrativa che potrebbe comportare una multa fino a 30.000 rubli (circa 200 euro), un incarico di servizio alla comunità o fino a 10 giorni di carcere.

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Inizialmente sembrava che la donna dovesse affrontare accuse penali, per la “diffusione consapevole di false informazioni” sulle forze armate russe, accusa che prevede una pena massima di 15 anni di carcere. Infatti, la giornalista ha un figlio minore di 14 anni e, per questo, non potrebbe essere incarcerata. Intanto, la Federazione europea dei giornalisti (Efj) ha chiesto il rilascio immediato della giornalista russa. Anche l’Onu ha chiesto alle autorità russe di non vendicarsi contro di lei esprimendo supporto tramite la portavoce Ravina Shamdasani.

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