ESCLUSIVA – Granieri (Coldiretti): “Stop al falso Made in Italy”

In esclusiva per notizie.com, il presidente di Coldiretti Lazio e vicepresidente di Coldiretti, David Granieri, si è espresso sul Made in Italy e sul settore agroalimentare.

David Granieri (Coldiretti)
David Granieri (Coldiretti)

Il 2021 fa segnare il record per il Made in Italy nel periodo che va da Natale a Capodanno: ben 4,4 miliardi di euro per l’export di prodotti italiani nel mondo. Cosa pensa di questo dato? 

Sì, quest’anno il Made in Italy alimentare sulle tavole delle festività di tutto il mondo con l’export dei nostri prodotti ha fatto segnare un aumento dell’11% rispetto allo scorso anno. E’ quanto emerge da una proiezione di Coldiretti su dati Istat. Ad aumentare è il valore delle esportazioni di tutti i prodotti tipici del Natale, che vanno dallo spumante, ai panettoni, ma anche il caviale Made in Italy o le paste farcite tradizionali come i tortellini. Dati confortanti anche per i formaggi italiani, prosciutti, cotechini e salumi.

In testa lo spumante italiano, che traina l’intero settore dei vini, complessivamente in crescita del 15% in valore dell’export. E ancora, la birra italiana con un +10%. Questo trend positivo dimostra quanto l’agroalimentare italiano stia recuperando a seguito della crisi causata dall’emergenza sanitaria. E’ un settore che non si è mai fermato, garantendo prodotti freschi e di qualità sulle tavole degli italiani anche in pieno lockdown.

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Considerando questi dati incoraggianti, si potrebbe dire che il settore agroalimentare italiano è uscito dalla crisi dovuta alla pandemia? 

I dati in crescita che registriamo dimostrano quanto l’agroalimentare italiano sia riuscito a riprendersi dalla crisi generata dalla pandemia più forte di prima. A fine anno è stato raggiunto il record storico delle esportazioni con 52 miliardi, che rappresenta il massimo di sempre. Nel 2021 il valore complessivo della filiera agroalimentare è diventata la prima ricchezza dell’Italia, per un valore di 575 miliardi di euro, con un aumento del 7% rispetto all’anno precedente e questo nonostante le difficoltà legate alla pandemia.

Restano certamente difficoltà enormi da superare per un settore che è stato fortemente colpito dall’emergenza sanitaria. I nostri produttori stanno cercando di risollevarsi a fatica e oltre al crollo del fatturato dovuto alle chiusure determinate dal lockdown, devono fare i conti anche con l’aumento dei costi per l’acquisto delle materie prime e le speculazioni di chi cerca di trarre vantaggio da questa situazione e penso sopratutto al settore zootecnico, tra i più vessati.

David Granieri (Coldiretti)
David Granieri (Coldiretti)

Coldiretti ha affermato che il Made in Italy sulle tavole di tutto il mondo vale “quasi un quarto del Pil nazionale”. In che modo possiamo valorizzare maggiormente i prodotti italiani? 

Oggi a tavola il Made in Italy vale quasi un quarto del Pil nazionale con una forza lavoro di ben 4 milioni impiegati in 740 mila aziende agricole, 70 mila industrie alimentari, oltre 330 mila realtà della ristorazione e 230 mila punti vendita al dettaglio. Una rete diffusa lungo tutto il territorio che viene quotidianamente rifornita dalle campagne italiane. Anche nei nostri mercati contadini di Campagna Amica abbiamo registrato un incremento delle presenze di oltre il 30% e questo ha portato all’apertura di nuovi mercati sul territorio laziale. E’ un segnale di fiducia nei confronti dei nostri produttori con i quali si instaura un rapporto diretto e di fiducia con i consumatori, che prediligono sempre di più prodotti di qualità e a chilometro 0. Prodotti che godono di maggiori controlli e dunque della sicurezza alimentare necessaria. La stessa non può essere garantita da quelli importati.

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La crescita del Paese potrebbe essere nettamente superiore se dagli accordi venisse un chiaro stop alla contraffazione alimentare internazionale che utilizza impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all’Italia per alimenti taroccati, che non hanno nulla a che fare con il sistema produttivo nazionale. Servono, però, strumenti adeguati per tutelare il valore creato dai produttori. Servono regole precise. Basti pensare che il falso Made in Italy nel mondo è arrivato a fatturare oltre 100 miliardi di euro. Risorse sottratte al nostro Paese così come le opportunità di lavoro.

Bisogna, invece, sostenere il trend di crescita dell’enogastronomia Made in Italy ed è necessario farlo anche intervenendo sui ritardi strutturali dell’Italia e sbloccando tutte le infrastrutture, che migliorerebbero i collegamenti tra Sud e Nord del Paese, ma anche con il resto del mondo. Possiamo e dobbiamo ripartire dai punti di forza con l’agroalimentare che ha dimostrato resilienza di fronte alla crisi pandemica e la capacità di svolgere un ruolo di traino per l’intera economia.

David Granieri (Coldiretti)
David Granieri (Coldiretti)

Negli ultimi tempi, ha fatto scalpore la notizia della pubblicazione del vino croato “Prosek” all’interno della Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea. Un chiaro attacco al Made in Italy. Ha qualche dichiarazione a riguardo? 

A breve la Commissione europea dovrà decidere se consentire o meno il riconoscimento del Prosek croato, un vino dolce da dessert proveniente dalla zona meridionale della Dalmazia. Resta poco meno di un mese per tutelare il vero Prosecco e bloccare la domanda presentata dalla Zagabria, che chiede di registrare una “menzione tradizionale”. Se venisse accolta questa richiesta si rischierebbe un precedente pericoloso e un grave danno di immagine. A creare le premesse per vincere questa battaglia in Europa, però, è una recente sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, che dichiara illegittimi i nomi truffa, che evocano in maniera strumentale ed ingannevole, prodotti a denominazione di origine riconosciuti e tutelati, come è appunto il caso del Prosecco. Ma non è il solo.

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La pandemia ha dato un ulteriore impulso al mercato del falso e per colpa del cosiddetto “italian sounding” nel mondo più di due prodotti agroalimentari su tre sono falsi, senza dunque alcun riscontro produttivo ed occupazionale per il nostro Paese. In realtà con la lotta al falso Made in Italy si potrebbero creare ben 300 mila posti di lavoro in Italia. Bisogna dunque intervenire contro chi specula sul cibo Made in Italy e danneggia il nostro mercato. Coldiretti ha stilato una top ten dei prodotti italiani più taroccati, che oltre al Prosecco vede al primo posto la mozzarella tra le specialità tricolori più imitate, seguita dal Parmigiano Reggiano e Grana Padano e poi ancora il Provolone e il Pecorino Romano. Stessa situazione per il salame e la mortadella o i sughi, fino al Chianti e al Pesto.​

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